Leggenda vuole che al tramonto del 7 gennaio 1610 un 46enne Galileo Galilei cominciò ad osservare il cielo con il suo telescopio. Lo strumento, puntato su Giove, mostrò all’emozionato scienziato “astri” fino ad allora sconosciuti. Erano i satelliti del gigantesco pianeta che furono così i primi copri celesti del sistema solare ad essere scoperti agli albori dell’astronomia telescopica. Galilei, accortosi dell’importanza della scoperta, decise di chiare i satelliti “astri medicei” in onore di Cosimo II de’ Medici, granduca di Toscana. I quattro satelliti furono poi ribattezzati con i nomi di alcune figure mitologiche legate a Giove: Io, Europa, Ganimede e Callisto. Grazie al suo telescopio lo scienziato pisano, del quale l’8 gennaio ricorre anche l’anniversario della morte (avvenuta ad Arcetri nel 1642, a 78 anni), studiò anche le fasi di Venere, i mari della Luna e le macchie solari e, osservando la rotazione del Sole, sostenne il sistema eliocentrico copernicano che lo fece entrare in conflitto con la Chiesa e processare per eresia dopo la pubblicazione, nel 1632, del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”.
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