Ieri sera, durante una conferenza stampa a Gerusalemme, il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha commentato l'incidente, che è stato deplorato dall'UE, dall'ONU e da diversi paesi europei che ha visto i soldati israeliani sparare colpi di avvertimento al passaggio di una delegazione internazionale a Jenin. L'esercito israeliano aveva precedentemente ammesso di aver esploso dei “colpi di avvertimento” in seguito ai quali “non sono stati segnalati feriti o danni”, dopo che la delegazione di diplomatici “ha deviato dal percorso approvato ed è entrata in un'area proibita”, a detta dell'esercito dello Stato ebraico, che “si rammarica per l'inconveniente causato”. Coinvolto nell’episodio anche il viceconsole italiano Alessandro Tutino, rientrato incolume a Gerusalemme. Il Ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese ha diffuso un video in cui si vedono due militari dell'esercito israeliano puntare le armi contro un gruppo di diplomatici che partecipavano a un sopralluogo a visita organizzata nella città palestinese. Il ministero ha parlato di un “crimine efferato consistente nel colpire direttamente diplomatici e giornalisti con munizioni vere”. Ma, va sottolineato ancora una volta, nessuno dei presenti è stato colpito.
Immediata la condanna dell’accaduto da parte della comunità internazionale. Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è “inaccettabile”, ha affermato Kaja Kallas, titolare della diplomazia europea che ha chiesto a Israele di “indagare su questo incidente e di chiamare a risponderne i responsabili”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dato istruzioni per chiedere immediate spiegazioni e protestare per l'accaduto con il Governo di Israele: “Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, ha detto. E ha convocato l’ambasciatore israeliano a Roma per avere chiarimenti. Tra i membri della delegazione a Jenin c'erano 25 ambasciatori e diplomatici europei, arabi, cinesi, giapponesi, indiani e di altre parti del mondo. (22 MAG - deg)
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