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direttore Paolo Pagliaro

La diga sul Melito
e il declino dell’Italia

La diga sul Melito <br> e il declino dell’Italia

di Paolo Pagliaro

Un caso che riassume le ragioni del declino è quello della diga sul fiume Melito, che in provincia di Catanzaro avrebbe dovuto portare l’acqua a mezzo milione di cittadini e l’ energia idroelettrica a 50 comuni. Per la mancata costruzione di quella diga la procura della Corte dei Conti ha contestato ora un danno erariale da 260 milioni, cioè la somma versata dallo Stato nel corso degli anni per la realizzazione di un’opera rimasta sempre e solo sulla carta.
La conclusione dei lavori era prevista inizialmente nel 1992. Sarebbe stato il più grande invaso del Sud, il terzo per capienza in Europa, così si disse. Ma il cantiere aprì e chiuse nel giro di un paio d’ anni, perché c’erano problemi di tenuta nella parete del nascente bacino. Risolto il problema, tornarono le ruspe. Ma solo per pochi mesi, a causa di un contenzioso sulle competenze tra il ministero dell’ambiente e la Regione.
Trascorsero dieci anni nel silenzio più assoluto, a Italstrade subentrò Astaldi che chiese 53 milioni per i lavori fino ad allora eseguiti e per il mancato guadagno.
In una vicenda che ha dato più lavoro agli avvocati che ai carpentieri, un lodo arbitrale tenne a lungo occupate le parti. Nel 2008 il governo Berlusconi tornò a finanziare l’opera, ma nulla accadde per via di una interdittiva antimafia contro l’impresa subentrata ad Astaldi. Nel 2020 il ministero revocò la concessione. Oggi la magistratura presenta il conto, che in teoria dovrebbe essere saldato da due anziani ex dirigenti del Consorzio di Bonifica, immaginiamo con trattenute mensili sulla pensione. Quanto alla Calabria, proprio in questi giorni è stato deliberato dal governo l’ennesimo stato d’emergenza per la siccità.

(© 9Colonne - citare la fonte)