La Piazza Paolo Orsi, del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha ospitato l’anteprima nazionale di due produzioni artistiche firmate Radici in Viaggio realizzate per Italea, programma del Ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale. Un’esperienza immersiva: S’amuJamu (Se dobbiamo andare, andiamo!)realizzata da un gruppo di artisti del teatro e delle arti visive calabresi: Elvira Scorza, Dario Natale, Lorenzo Praticò, Maria Chiara Falcomatà, Larissa Mollace, Ozge Sahin, Luca Granato, Davide Ambrogio. E l’anteprima del docu-film, firmato da Salvatore Insana: Verbo andare. Un racconto contemporaneo delle migrazioni narrato con il linguaggio autentico della presa diretta, che non fa sconti a nostalgie e risveglia domande antropologiche passate e presenti. Un viaggio che parte da metà Ottocento e arriva ai giorni nostri e che genera ancora la domanda dell’andare e dell’abbandono ma anche la chiamata del ritorno alle radici come valore imprescindibile dell’anima.
ITALEA CALABRIA Angelo Carchidi, progettista culturale Italea Calabria ha sottolineato: “Le 10 residenze artistiche ci hanno mostrato delle comunità che vanno al di là della retorica della tutela delle tradizioni e dei paesi resistenti. Il viaggio in questi luoghi interni è ancora possibile se si coglie la consapevolezza che queste comunità hanno della loro precarietà e al contempo del loro valore di paese, con tutto ciò che di positivo comporta: alti livelli di sussidiarietà, apertura all’innovazione come elemento imprescindibile per una nuova sostenibilità sociale ed economica. Sono questi i valori di un viaggio possibile nei luoghi del S’amuJamu”. Salvatore Insana, regista del docufilm “Verbo andare”, spiega: “Un cinema vicino al reale e lontano da fini promozionali o spettacolari. Siamo stati dentro i tempi di vita delle comunità dell'entroterra calabrese, in inverno. Ci siamo messi in ascolto delle loro storie di migrazione. Storie personali e storie collettive. Nell'esigenza di non dimenticare e di fare memoria, di preservare il paesaggio, il ricordo degli antenati, le pratiche di consolidamento identitario delle comunità. Il docufilm restituisce la dinamica che abbiamo vissuto in ogni paese. Incontri individuali e collettivi hanno messo in luce l’intonazione di prossimità e di stretta relazione con le persone incontrate e i luoghi attraversati. Le riprese sono state effettuate con una sola camera a mano, mantenendo poi nel montaggio il suono in presa diretta. Il montaggio e la struttura narrativa seguono dunque ed esaltano queste storie di luoghi e di esseri viventi, tra slanci emotivi e silenzi costruendo un affresco collettivo in cui ogni dettaglio, ogni piccola storia, concorre a generare un quadro più ampio e variegato di chi ha scelto di piantare radici in Calabria, in una dialettica costante tra passato e futuro. Una dialettica continua tra commozione e rabbia, tra entusiasmi e rimpianti”.
MAECI Per Marina Gabrieli, coordinatrice nazionale del progetto ITALEA del Ministero degli Affari Esteri “questa iniziativa di presentazione dei prodotti artistici di Italea Calabria ci offre l'occasione di ribadire un concetto fondamentale: Italea non è solo un programma per la promozione del turismo delle radici, ma molto di più. Con Italea, vogliamo dare il giusto valore alle storie di vita degli italiani all'estero, riconoscendo come le loro vicende di emigrazione abbiano scritto una pagina fondamentale della nostra storia. È per noi di vitale importanza continuare a tessere e rafforzare il legame profondo con le comunità italiane nel mondo, preservando la loro memoria e custodendo le loro esperienze per le generazioni a venire. Allo stesso modo, è per noi importante coinvolgere tutte le realtà presenti sul territorio che promuovono il turismo delle radici” ha concluso Gabrieli. (14 lug - PO red TDR EMG)