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direttore Paolo Pagliaro

ZUPPI: SI’ AL DIALOGO
PER COSTRUIRE LA PACE

ZUPPI: SI’ AL DIALOGO <BR> PER COSTRUIRE LA PACE

"Basta allargare lo sguardo per dire, senza tema di smentita, che ciò che l’umanità ha più bisogno oggi e la pace”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, nell’introdurre la sessione del Consiglio Permanente della Cei in corso a Roma. Dove aver citato Leone XIV nel suo primo saluto dalla Loggia della Basilica di San Pietro, il porporato ha sottolineato che la Chiesa “invoca, annuncia e si mette al servizio della pace. Senza esitazioni, senza soste. Il presidente della Cei invita a far “nostre” le parole per la popolazione della Striscia di Gaza, pronunciate mercoledì scorso, al termine dell’udienza generale, da Leone XIV: “È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”.

Il card. Zuppi a nome dei vescovi italiani chiede “il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizioni, l’apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione ‘due popoli, due Stati’”. E poi sull’altro fronte di guerra, quello dell’Ucraina, Zuppi auspica “che i fili del dialogo, già così difficili, siano rafforzati, trovino le garanzie necessarie inserite in un quadro che permetta una pace giusta e sicura”. Inoltre – ha detto - “non possiamo dimenticare i tantissimi conflitti che insanguinano il pianeta. Abbiamo a cuore i popoli di Asia, Africa, America Latina piegati dalla tragedia delle armi, che portano morte e sofferenze, generando odio e ulteriori ingiustizie. Il cristiano – ha aggiunto - è un artigiano di pace, che dal suo cuore trae la forza di una pace disarmata e disarmante”. Perché la pace “non sia una tregua” occorre- ha sottolineato il presidente dei vescovi italiani -  “imparare a pensarci non solo vicini ma insieme, a difendere la soluzione pacifica dei conflitti e rafforzare le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Per questo occorre costruire un’architettura di pace, frutto di quei valori e della dolorosa consapevolezza che sono a fondamento dell’Europa, che non può essere ridotta a diritti individuali o burocrazia, perché fondata sulla difesa della persona nel suo valore indiscutibile e nella sua relazione con la comunità. Siamo ben consapevoli – ha quindi aggiunto - che la pace non è statica, ma mette in movimento, coinvolge, riguarda tutti. Ecco perché la Chiesa in Italia continuerà a impegnarsi per tessere relazioni, per alimentare il dialogo, per iniziare percorsi di riconciliazione e di sviluppo, anche attraverso le attività e i progetti che i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica rendono possibili. Vogliamo contribuire a realizzare un mondo unito e in pace, dove non si senta più il rumore delle armi e dove tutti possono dirsi fratelli. La lotta alla povertà, l’educazione che la stessa presenza della Chiesa anima con le sue diverse realtà, l’impegno per lo sviluppo e gli aiuti al mondo, sono una parte del nostro sforzo”. Da qui la “gratitudine” a quanti scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica: “ciò consente di realizzare migliaia di progetti in Italia e nel mondo. Siamo poi fiduciosi che si agisca a correzione, secondo gli impegni assunti, sugli interventi apportati unilateralmente dal Governo, come anche da diversi altri precedenti, sul sistema dell’8xmille, ripristinandolo così come originariamente stabilito, nel rispetto della realtà pattizia dell’Accordo. Su questo tema torneremo in futuro”. (27 MAG - Leo)

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