È stato pubblicato questa mattina il rapporto sullo stato del clima a livello planetari da parte dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e dell’autorevole Met Office britannico. Le previsioni aggiornate su scala globale per i prossimi cinque anni sono tutt’altro che tranquillizzanti. Tali previsioni, si legge infatti nel documento, “suggeriscono che è probabile che la temperatura media globale continui a raggiungere livelli record o quasi record nei prossimi cinque anni”. “Questo livello di riscaldamento – scrivono ancora gli scienziati - aumenterà i rischi climatici, soprattutto per le società vulnerabili. Sebbene sia probabile che la temperatura media nei prossimi cinque anni superi di 1,5 °C i livelli preindustriali, ciò non rappresenta una violazione dell'Accordo di Parigi, che prevede un riscaldamento a lungo termine, in genere nell'arco di 20 anni”.
Nel rapporto viene inoltre specificato che “Lo scorso anno (2024), per la prima volta nella storia delle osservazioni, la temperatura media globale ha superato di 1,5 °C la media del periodo 1850-1900. Ciò è stato in parte dovuto alla fase di El Niño, un ciclo naturale di variazioni climatiche nel Pacifico tropicale che aumenta leggermente e temporaneamente la temperatura globale, ma è stato principalmente dovuto al riscaldamento globale antropogenico”. Ciò premesso, i climatologi illustrano il bollentissimo futuro che ci attende a breve: “È probabile (86% di probabilità) che la temperatura media globale in prossimità della superficie superi di 1,5 °C i livelli medi del 1850-1900 per almeno un anno tra il 2025 e il 2029. È anche probabile – si legge nello studio - che la media quinquennale per il periodo 2025-2029 superi di 1,5 °C (70% di probabilità)”.
Ma purtroppo non basta. Per i climatologi dell’OMM e del Met c'è infatti una probabilità dell'80% che almeno un anno tra il 2025 e il 2029 sarà più caldo dell'anno più caldo mai registrato (attualmente il 2024) e, sebbene eccezionalmente improbabile, c'è una piccola possibilità che si raggiungano 2,0 °C in più rispetto ai livelli del 1850-1900 per la prima volta in uno dei prossimi cinque anni. Un’eventualità decisamente catastrofica anche se il riscaldamento a lungo termine (calcolato in media su decenni) rimane comunque al di sotto di 1,5°C. Inoltre, si prevede che il riscaldamento dell'Artico continuerà a superare la media globale. Inoltre, i modelli di precipitazione previsti per il periodo maggio-settembre 2025-2029, rispetto alla media del periodo 1991-2020, suggeriscono condizioni anomale di umidità nel Sahel, nell'Europa settentrionale, in Alaska e nella Siberia settentrionale, e condizioni anomale di siccità per questa stagione sull'Amazzonia.
L'Aggiornamento Climatico Globale Annuale-Decennale viene pubblicato annualmente dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ed è prodotto dal Met Office del Regno Unito. Fornisce una sintesi delle previsioni globali annuali-decennali prodotte dai Centri Produttori Globali designati dall'OMM e da altri centri contributori per il periodo 2025-2029. Il modello naturale di variazione del riscaldamento e del raffreddamento degli oceani nel Pacifico tropicale, noto come ciclo ENSO, determina gran parte della variabilità annuale della temperatura globale. Leon Hermanson del Met Office, che ha guidato la stesura del rapporto, ha dichiarato: “Nonostante una previsione quinquennale piuttosto neutrale per l'ENSO, quest'ultima previsione suggerisce che anche la prossima media quinquennale sarà probabilmente superiore a 1,5 gradi”.
Per il Professor Adam Scaife, Responsabile delle Previsioni a Lungo Termine del Met Office “Le precedenti previsioni per un singolo anno superiore a 1,5 gradi si sono rivelate corrette quando il 2024 ha superato questo livello. Questa nuova previsione prevede temperature globali ancora più elevate e mostra chiari effetti regionali sui modelli meteorologici in tutto il mondo”.
“Abbiamo appena vissuto i dieci anni più caldi mai registrati. Purtroppo, questo rapporto dell'OMM non offre alcun segno di tregua nei prossimi anni, e questo significa che ci sarà un impatto negativo crescente sulle nostre economie, sulla nostra vita quotidiana, sui nostri ecosistemi e sul nostro pianeta”, ha dichiarato da parte sua il Vice Segretario Generale dell'OMM, Ko Barrett. (28 mag - deg)
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