"Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum: non l'abbiamo raggiunto, volevamo che fosse una giornata di vittoria ed è chiaro che non la festeggiamo. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato, a cui si aggiungeranno gli italiani all'estero. È un numero importante, è un punto di partenza. I problemi che abbiamo posto con il referendum rimangono sul tavolo". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa al Centro Congresso Frentani commentando i risultati dei referendum su lavoro e cittadinanza, che hanno visto l’affluenza intorno al 30%. "Chi, nonostante tutto quello che è successo e la campagna di disinformazione, ha deciso di andare a votare ha investito su di noi: abbiamo la responsabilità di dare una voce alle persone che hanno votato, è una battaglia fondamentale per la democrazia del nostro paese. Cambiare le leggi sbagliate, fatte non solo da questo governo, rimane un elemento fondamentale" afferma Landini, per poi aggiungere: "Siamo di fronte a un dato: un terzo del paese, dai 14 ai 15 milioni di persone, pensa che le questioni che abbiamo posto siano temi che richiedono risposte precise. Questo è un elemento di forza con cui tutti devono fare i conti. L'impegno è di muoversi in questo senso e rafforzare ancora di più la nostra mobilitazione". Landini assicurare che non ha alcuna intenzione di lasciare la guida del più grande sindacato italiano: "Non ci penso neanche lontanamente, non credo sia oggetto di discussione".  Riccardo Magi, segretario di Più Europa, tra i promotori del referendum sulla cittadinanza, sottolinea invece che  “il quorum attuale  è divenuto un ostacolo alla democrazia, alla partecipazione: e quindi noi proporremo alle forze politiche in Parlamento, a partire dalle forze che si sono battute per il sì a questo referendum, di sostenere insieme una proposta di riforma costituzionale che elimini questo quorum  che oggi rappresenta un vulnus enorme alla partecipazione dei cittadini”. (Sip – Roc)