Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Torino gli scatti di Alfred Eisenstaedt

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Torino gli scatti di Alfred Eisenstaedt

Il programma espositivo del 2025 di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino prosegue con una grande mostra inedita, dal 13 giugno al 21 settembre, che celebra in Italia il fotografo Alfred Eisenstaedt. Autore della famosa immagine "V-J Day in Times Square", in cui un marinaio bacia un'infermiera in mezzo a una folla festante a New York al termine della Seconda Guerra Mondiale, Eisenstaedt è stato uno dei principali fotografi della rivista "Life", per la quale ha raccontato il mondo e la sua contemporaneità attraverso uno sguardo ironico e poetico. A trent'anni dalla sua morte e a ottanta dalla realizzazione del celebre scatto, l'esposizione curata da Monica Poggi presenta una selezione di 170 immagini, molte delle quali mai esposte, e ripercorre tutto l'arco della sua carriera, passando dalla Germania degli anni Trenta alla vita vertiginosa degli Stati Uniti del boom economico, al Giappone post-nucleare, fino alle ultime opere realizzate negli anni Ottanta. Davanti al suo obiettivo ritroviamo anche personaggi come Sophia Loren, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer. (gci)

“LOST IN BLUE”: A CASERTA LA NUOVA PERSONALE DI PEDRO PERDOMO

Avamposto dell’arte contemporanea a Caserta, inclusivo e sperimentale, Iconic Art System continua a farsi ponte italiano e internazionale per portare al territorio la nuova scena visuale. Dopo aver ospitato alla Reggia di Caserta artisti come Angelo Accardi, Luca Bellandi, Daniele Fortuna, Saints Studio e Rocco Ritchie, prosegue oggi la sua missione accogliendo una voce emergente che arriva dalle Canarie: un atto di connessione che trasforma il Mediterraneo in un arcipelago culturale, dove la pittura diventa linguaggio comune. “Lost in Blue”, dallo scorso 9 al 21 giugno negli spazi della Galleria Iconic Art System, è la nuova mostra personale dell’artista canariano Pedro Perdomo, un ciclo di opere che vibrano di mare, corpo e metamorfosi. Un racconto pittorico che attraversa la memoria e la materia, un ponte simbolico tra le Isole Canarie e il territorio campano, nel segno di una pittura sensuale, fluida, profondamente mediterranea. Dopo il debutto italiano nella Sala Romanelli della Reggia di Caserta, Perdomo torna così in città con un progetto che conferma la sua cifra poetica: corpi immersi, identità liquide, vibrazioni materiche che parlano la lingua del mare. Il blu – protagonista assoluto – non è solo colore, ma si fa respiro, pelle, eco profonda di una memoria che arriva da lontano, un frammento poetico delle Canarie che prende forma attraverso 12 tele in cui i corpi si dissolvono e si rigenerano con il mare. “Lost in Blue” si inserisce nella programmazione di Iconic Art System, un nuovo sistema di mecenatismo artistico che ha scelto la provincia come campo di sperimentazione. Un’operazione coraggiosa che porta l’arte contemporanea oltre i confini delle grandi città, valorizzando non solo i talenti emergenti della scena internazionale, ma anche il potenziale culturale dei luoghi in cui operano. La mostra è, quindi, parte del più grande percorso tracciato dalla Loffredo Foundation for Arts and Inclusion, che promuove progetti capaci di attivare un confronto fertile tra arte e società, tra diversità e partecipazione, tra identità e territorio. “Iconic Art System, vuole proporre un modello innovativo di promozione culturale - spiega Giuseppe Loffredo fondatore di Loffredo Foundation for Arts and Inclusion e ideatore di Iconic Art System - che sceglie di investire nella provincia come spazio vivo dell’arte contemporanea. Portare l’arte fuori dai grandi circuiti, costruire relazioni nuove tra artisti e comunità, far emergere bellezza e visione dove spesso non vengono cercate: questa la sfida. A Caserta, grazie a Iconic, la pittura contemporanea non è passaggio: è presenza”. Nato nel 1998 a Santa Cruz de Tenerife, Pedro Perdomo è una delle voci più autentiche della nuova pittura figurativa. Dopo gli studi all’Università di La Laguna e le prime esperienze espositive in Spagna, è stato individuato e sostenuto dalla Loffredo Foundation for Arts and Inclusion, che lo ha portato in Italia con “CRASH” alla Sala Romanelli della Reggia di Caserta, dove si è fatto notare per l’intensità visionaria del suo linguaggio. Nel 2023 in occasione di un'esibizione collettiva a Londra vende tutte le opere in preview. (gci)

ROMA, “WORLD PRESS PHOTO EXHIBITION 2025” PROROGATA AL 29 GIUGNO

La mostra “World Press Photo Exhibition 2025”, inaugurata il 6 maggio a Palazzo Esposizioni Roma e inizialmente prevista fino all’8 giugno, viene prorogata fino al 29 giugno, vista la straordinaria risposta di pubblico e critica e grazie alla disponibilità delle istituzioni coinvolte. Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, ideata dalla World Press Photo Foundation e realizzata in collaborazione con 10b Photography, l’esposizione presenta le 144 fotografie finaliste della 68esima edizione del concorso internazionale di fotogiornalismo più prestigioso al mondo, che dal 1955 premia i migliori professionisti del settore e contribuisce a scrivere la storia del giornalismo visivo globale. Le immagini selezionate raccontano i momenti più significativi del 2024: dalle crisi migratorie agli effetti della crisi climatica, dai conflitti in Sudan, Ucraina e Gaza alle storie di resistenza e sopravvivenza. Un potente spaccato dell’umanità contemporanea, raccontato attraverso lo sguardo di 3.778 fotografi provenienti da 141 Paesi, che hanno inviato complessivamente oltre 59.000 immagini. Tra questi, sono stati selezionati 42 progetti nelle categorie Single, Story e Long-Term Project. (gci)

LA CAPPELLA DELLA SINDONE SI APRE ALL’ARTE CONTEMPORANEA CON “OCULUS-SPEI”

Dallo scorso 6 giugno fino al 26 agosto, la Cappella della Sindone dei Musei Reali di Torino ospita “Oculus-Spei”, installazione multimediale di Annalaura di Luggo. La mostra, curata da Ivan D’Alberto, promossa dai Musei Reali e dal Museo Diocesano di Torino, ha ricevuto il patrocinio morale del Giubileo 2025, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Giustizia. La Cappella della Sindone – monumento che custodisce uno dei simboli della cristianità e della spiritualità universale – si apre all’arte contemporanea, accogliendo un progetto che intreccia tecnologia, arte e fede. In questo spazio sacro, dove la Sindone si offre come segno concreto di redenzione, “Oculus-Spei” propone un messaggio profondo: la speranza come forza positiva che permette di affrontare ogni sfida e ogni difficoltà. L’opera multimediale interattiva dell’artista napoletana si articola attorno a cinque Porte Sante ideali, dinanzi alle quali il visitatore è invitato a bussare concretamente. Oltre le prime quattro Porte il pubblico trova persone con disabilità, provenienti dai quattro angoli del mondo: sono uomini e donne che si fanno testimoni di forza e resilienza. Una luce che discende dall’alto li attraversa, aprendo un varco nel loro cuore e nel loro sguardo: da sempre, infatti, l’occhio è per Annalaura di Luggo la chiave di accesso per raggiungere la parte più profonda dell’animo umano. La quinta Porta, ispirata a quella del carcere di Rebibbia, aperta da Papa Francesco come segno di accoglienza e misericordia, rappresenta il momento più intimo e trasformativo del percorso. Il visitatore, ripreso in tempo reale, si ritrova in una gabbia simbolica, che evoca ogni forma di prigionia, precarietà e vulnerabilità. Ed è proprio in questa condizione di “reclusione” che la luce riappare, suggerendo una possibile liberazione interiore attraverso la speranza. Afferma Mario Turetta, direttore dei Musei Reali di Torino: “L’esposizione dell’installazione multimediale ‘Oculus-Spei’ di Annalaura di Luggo, all’interno degli spazi fortemente caratterizzati della Cappella, consente di far dialogare le opere del passato con le espressioni artistiche contemporanee. L’attraversamento simbolico delle porte di ‘Oculus-Spei’, ideate anche con un impiego sapiente della luce, protagonista della stessa architettura barocca della Cappella della Sindone, implica una visione inclusiva pienamente in linea con la mission degli stessi Musei Reali, aperti a tutti i pubblici e per i quali l’arte costituisce uno strumento cruciale di mediazione e condivisione”. Aggiunge Lorenza Santa, curatrice delle collezioni di Palazzo Reale: “L’opera avvicina a esperienze, emozioni, difficoltà e sogni, invitando lo spettatore a riflettere e superare confini e barriere”. Gianluca Popolla, direttore del Museo Diocesano, sottolinea: “Dopo l’allestimento nel Pantheon romano, arriva a Torino questo evento che ci consente di informare e orientare gli occhi, fisici e simbolici, poiché crea un affascinante e singolare dialogo tra il percorso architettonico e artistico ideato secoli fa dal genio di Guarino Guarini nel luogo dove era ospitata la sacra Sindone e le moderne installazioni multimediali della grande artista”. Ad ampliare il senso dell’opera, l’omonimo documentario di Annalaura di Luggo che approfondisce i temi del progetto attraverso un racconto visivo che intreccia le immagini delle Porte Sante con riflessioni e testimonianze sul tema della speranza. Ne emerge una narrazione corale, dove l’arte diventa spazio di ascolto e condivisione. La visita all'installazione multimediale interattiva “Oculus-Spei”, ospitata nella Cappella della Sindone, è compresa nel biglietto dei Musei Reali; per l'occasione, presentando il biglietto intero del Museo Diocesano di Torino, sarà riservato uno sconto per visitare i Musei Reali; è inoltre previsto l'ingresso con tariffa ridotta al Museo Diocesano di Torino esibendo il biglietto intero dei Musei Reali. Restano in vigore le gratuità di legge, l'Abbonamento Musei e le card turistiche. (gci)

A BOLOGNA ESPOSTA LA CELEBRE COPPIA UP5 & UP6 DI GAETANO PESCE

Fino al 28 giugno, il nuovo appuntamento di garage BENTIVOGLIO propone ai passanti di via del Borgo di San Pietro, a Bologna, l’esposizione di un altro storico pezzo di design dalla sua collezione: la celebre coppia Up5 & Up6, disegnata da Gaetano Pesce alla fine degli anni Sessanta. Le sedute della serie Up rappresentano un caso emblematico dell’evoluzione dei metodi produttivi nella storia del design. Come spiega Davide Trabucco, “Molti degli oggetti e delle opere contenute nelle sale di Palazzo Bentivoglio, pur non condividendo i luoghi e i tempi di creazione, condividono spesso le tecniche realizzative. Un quadro emiliano del Seicento, ad esempio, poco differisce nella sua produzione da uno irlandese contemporaneo: sono cambiati i pigmenti, ma non i procedimenti. Allo stesso modo, la rivoluzione industriale ha velocizzato la produzione dei mobili, senza modificarne in modo sostanziale i metodi di assemblaggio. Le superfici di un'armadiatura di Morozzi rappresentano l’evoluzione naturale dell’impiallacciatura settecentesca, arricchita da specchi che nobilitano una semplice struttura in alluminio e acciaio inox”. Tutto nasce dall’incontro tra Piero Ambrogio Busnelli e Cesare Cassina, due figure centrali nel mondo dell’arredamento italiano. Busnelli, già attivo nel campo degli imbottiti, da tempo esplora le potenzialità applicative del poliuretano, un polimero ormai diffuso su larga scala. Cassina, dal canto suo, desidera sperimentare nuovi processi produttivi per innovare in un mercato in via di saturazione. Da questa sinergia nasce la C&B, che affida a Gaetano Pesce la progettazione di una serie di sedute dal forte impatto formale. Pesce realizza così sei modelli ispirati a forme organiche, e uno – l’iconico Up7 – di chiara ispirazione classica, che ricorda un colossale piede marmoreo appartenente a una statua imperiale perduta. Sebbene visivamente assimilabili a sculture ottenute per sottrazione, queste sedute vengono prodotte per iniezione a freddo, un processo “per via di porre”, innovativo per l’epoca. L’apparizione nella vetrina del garage di questi pezzi di Gaetano Pesce ricorda quello stesso binomio tecnologia-design emblematico dell’Italia degli Anni ’60, quando aziende come Kartell, con la collaborazione tra il chimico Giulio Castelli e la designer Anna Ferrieri, o Gufram, sotto la direzione artistica di Giuseppe Raimondi, portano la plastica e l’innovazione al centro del discorso sull’arredo contemporaneo. Una stagione straordinaria, che culminò con la storica mostra “Italy: The New Domestic Landscape”, curata da Emilio Ambasz al MoMA di New York nel 1972. Una mostra che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto prefigurare nuovi mondi abitativi, ma che si rivelerà invece l’epilogo di un’epoca. Le crisi energetiche degli anni Settanta e le spinte neoliberiste degli anni Ottanta cambieranno radicalmente il modo di abitare e, di conseguenza, il modo di pensare il design. Ma i flaneur di via del Borgo forse possono solo godere di questo meraviglioso esempio di un mondo lontano. (gci)

NELLA FOTO. Alfred Eisenstaedt
Ballerine in piedi sul davanzale di una finestra della School of American Ballet di George Balanchine
New York City, New York, USA, 1937
© Alfred Eisenstaedt, The LIFE Picture Collection

(© 9Colonne - citare la fonte)