Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Vento per fornire ai cittadini maggiori informazioni sull’eolico, una fonte rinnovabile che utilizzando solo il vento per produrre energia elettrica non provoca alcuna emissione inquinante e contribuisce in maniera significativa alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra. Il Global Wind Day è stato istituito nel 2007 da WindEurope (precedentemente nota come European Wind Energy Association) e dal Global Wind Energy Council (GWEC), al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’energia eolica nel fornire energia pulita, ridurre le emissioni di gas climalteranti e promuovere la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio. Secondo i dati riportati da Wind Europe, nel 2023, l’UE ha installato 17 GW di impianti eolici: 14 GW onshore (sulla terra ferma) e 3 GW offshore (in mare aperto), registrando un aumento di 2 GW rispetto al 2022. Nel 2023 il mondo ha aggiunto 116 Gigawatt di nuova capacità in un anno, raggiungendo così la capacità totale di 1.047 Gigawatt, pari ad una crescita del 12,5%, decisamente superiore al 10,2% del 2022. Ad oggi l’energia eolica genera il 10% dell’elettricità globale con un continuo trend di crescita. Nonostante questo progresso, la capacità eolica installata sembra essere ancora insufficiente per soddisfare gli obiettivi della UE entro il 2030, che richiedono 30 GW di nuova potenza eolica ogni anno, fino alla fine del decennio. L’Italia, prevede di raggiungere 2,1 GW entro il 2030, a partire dal 2025, a livello di eolico offshore e di passare da 1,5 GW del 2024 a 2,1 GW nel 2026 a livello onshore. Nel 2023, l’eolico in Italia, ha raggiunto un record di produzione di 23,4 TWh, coprendo il 7,6% della domanda elettrica nazionale e il 9,1% della produzione totale. Attualmente, l’energia eolica rappresenta la terza fonte rinnovabile per generazione, costituendo il 20,7% del totale delle fonti rinnovabili elettriche. Tuttavia, la potenza installata annuale nel 2023 ha registrato un leggero calo rispetto all’anno precedente, con circa 488 MW installati nel 2023, corrispondente a un decremento del 7% rispetto al 2022. Nel territorio nazionale, circa il 90% degli impianti eolici è concentrato nel Sud Italia e nelle Isole, beneficiando della maggiore presenza di siti adeguatamente ventosi e la Puglia si distingue come la Regione con il maggior numero di impianti eolici installati. “L’energia generata dal mare non è più una prospettiva futura, ma una leva strategica per decarbonizzare il sistema energetico nazionale, creare occupazione e rilanciare le economie locali. I dati di WindEurope parlano chiaro: in Europa si sta realizzando un’agenda ambiziosa, con un obiettivo di 70 GW di offshore entro il 2030 (e un potenziale fino a 99 GW in scenari accelerati). In Italia è ora di passare all’azione. Il nostro paese, grazie alle risorse portuali, alla competenza del cluster industriale e alla capacità ingegneristica, ha un’occasione unica per diventare protagonista nel Mediterraneo. Per poterla cogliere, tuttavia, serve un impulso deciso: occorre una prospettiva di coordinamento per il settore a partire da una centralità che la politica deve fare sua”. Così Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, in occasione della Giornata Mondiale del Vento che si celebra oggi. “In questo quadro dobbiamo ribadire che la mancata convocazione nel 2025 di aste del decreto FER2 dedicate all’eolico offshore non consentirà al nostro paese di concorrere al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, con l’enorme rischio che si allontani ulteriormente l’indipendenza energetica. A questo si aggiunga anche l’incredibile ritardo nella pubblicazione del decreto ministeriale relativo ai porti dedicati agli hub infrastrutturali per l’eolico offshore, che da mesi viene ripetutamente annunciato dal Ministro dell’Ambiente e della Transizione Ecologica e che è atteso fortemente da tutta la filiera nazionale del settore delle rinnovabili dal mare. Questi due atti sono straordinariamente importanti per il futuro del paese” continua il presidente di Aero. “Chiediamo con forza che si ritorni sulla decisione di escludere l’eolico offshore dalla procedura di aste FER2 nel 2025, procedura che avrebbe potuto già essere avviata, con un primo contingente, considerati i quattro progetti (2200 MW) già autorizzati in V.I.A. e un quinto progetto in arrivo con ulteriori 1100 MW di potenziale, su un totale di 3800MW previsti dal decreto. È chiaro che gli imprenditori sono molto preoccupati, avendo investito già circa 170 milioni di euro nello sviluppo di progetti offshore lungo le nostre coste, e guardano con interesse a paesi europei dove c’è maggiore coerenza tra pianificazione ed esecuzione della strategia energetica. AERO rappresenta una filiera già pronta a investire: cantieristica, ingegneria marina, servizi logistici e formazione specialistica. Realizzare oggi l’eolico offshore significherebbe non solo produrre energia pulita, ma ammodernare infrastrutture portuali, creare occupazione diretta e indotto qualificato. Il vento che soffia sui nostri mari è una risorsa che l’Italia deve assolutamente presidiare”. (15 giu – red)
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