La guerra tra Israele e Iran entra nel suo quarto giorno, con entrambe le parti che hanno lanciato nuove ondate di missili durante la notte, tra gli appelli internazionali alla diplomazia e alla de-escalation. Gli attacchi dell'Iran di questa mattina hanno colpito una raffineria di petrolio israeliana e danneggiato parte della rete elettrica. Inoltre, i missili hanno devastato diversi siti nella zona centrale e costiera di Israele, tra cui alcuni edifici residenziali. Secondo il servizio di emergenza nazionale israeliano Magen David Adom (MDA), quattro persone sono state uccise nella città di Petah Tikva e una persona è stata uccisa nella città di Bnei Brak. L'MDA ha dichiarato di essere intervenuta in quattro emergenze e che decine di persone sono state trasportate negli ospedali della regione centrale. Con queste ultime vittime, il numero totale delle persone uccise in Israele sale a 18, da quando i due Paesi hanno iniziato a scambiarsi raffiche di missili venerdì.
Almeno 224 persone sono state uccise e 1.277 sono state invece ricoverate in ospedale in Iran dall'inizio delle ostilità, ha dichiarato ieri il Ministero della Salute del Paese, citato dai media ufficiali iraniani. Sempre nella giornata di domenica, Israele ha attaccato decine di siti nella Repubblica islamica, tra cui siti energetici, sistemi radar, missili balistici e i relativi lanciatori, e ha ucciso i massimi ufficiali dell'intelligence iraniana nel terzo giorno della sua campagna in corso contro i programmi nucleari e missilistici balistici della Repubblica islamica. Le Forze di difesa israeliane hanno inoltre bombardato un aereo iraniano addetto al rifornimento all'aeroporto di Mashhad, nel nord-est dell'Iran, a circa 2.300 chilometri da Israele, segnando quello che hanno definito l'attacco più distante dall'inizio dell'operazione. Inoltre, alle prime ore di oggi, l'esercito ha dichiarato di aver colpito i siti di lancio di missili terra-terra nell'Iran centrale, poco dopo che il Comando del Fronte Interno delle IDF aveva ordinato agli israeliani di rimanere nei pressi dei rifugi in vista di un temuto attacco missilistico che però non si è verificato.
Al contrario che in Israele, in Iran si registrano vere e proprie ondate di panico tra la popolazione, che non può contare – come quella dello stato ebraico – sulla presenza di rifugi antiaerei. “A Teheran non ci sono rifugi, la gente si rifugia negli scantinati”, ha detto ai giornalisti il presidente del consiglio comunale della capitale iraniana, Mehdi Chamran, aggiungendo che la metropolitana può essere utilizzata come rifugio “in casi di crisi estrema”, ma che sarà per questo necessario fermarne le corse. In ogni caso, la metropolitana di Teheran resterà aperta 24 ore su 24 proprio per consentire alle persone di trovare riparo, ha annunciato un portavoce del governo. Saranno aperte anche scuole e moschee, ha aggiunto. In migliaia stanno cercando però cercando di abbandonare la capitale, intasando le vie di transito principali.
Si prevede che l'operazione israeliana contro l'Iran richiederà “settimane, non giorni” e sta procedendo con l'implicita approvazione degli Stati Uniti, secondo funzionari della Casa Bianca e israeliani. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito sabato in un video messaggio che lo Stato ebraico ha “spianato” la strada per Teheran tramite una serie di continui attacchi, anche nella capitale iraniana, contro i programmi nucleari e missilistici della Repubblica islamica, nonché di attacchi contro i depositi di carburante. “Colpiremo ogni sito, ogni obiettivo appartenente al regime degli ayatollah: tutto ciò che hanno sperimentato finora non sarà nulla in confronto a ciò che proveranno” nei prossimi giorni, ha affermato il premier esprimendosi in ebraico nonostante anche l’inglese sia, di fatto, una sua lingua madre. Netanyahu ha definito l'obiettivo di Israele nella sua attuale operazione quello di “eliminare la doppia minaccia dell'Iran di distruggere lo Stato di Israele” – il suo programma nucleare e il suo programma di missili balistici. “Colpiremo ogni obiettivo appartenente al regime degli ayatollah”, ha aggiunto.
Da parte sua, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, tenente generale Eyal Zamir, in una dichiarazione video rilasciata nella serata di ieri ha elogiato “l'operazione storica e senza precedenti volta a danneggiare in modo significativo la minaccia esistenziale che l'Iran ha costruito per anni per distruggerci”. “Continuiamo a operare secondo un piano strutturato, approfondito, professionale e in continua evoluzione”, ha affermato. “Nelle ultime 24 ore, abbiamo completato l'apertura di un corridoio aereo verso Teheran. I piloti dell'Aeronautica Militare stanno volando con grandi rischi, a centinaia di chilometri dal territorio israeliano, colpendo con precisione centinaia di obiettivi diversi. Allo stesso tempo, stiamo localizzando e distruggendo i lanciamissili che sparano contro il nostro territorio”.
NELLA FOTO: nell’immagine diffusa dall’Idf, il momento della distruzione di una rampa lanciamissili in territorio iraniano
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