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Arnaldo Pomodoro, come scolpire il pianeta perfetto

Arnaldo Pomodoro, come scolpire il pianeta perfetto

Sfere di bronzo che sembrano meteoriti forgiati dai marziani, che nel precipitare diventano opere d’arte. Ce ne sono sparse per il mondo: ce n’è una a Dublino, una a New York, proprio davanti alla sede delle Nazioni Unite, una sul lungomare di Pesaro. Non si tratta di un mistero, come quello degli strani cerchi nei campi di grano: sono le opere fantastiche ma concretissime di Arnaldo Pomodoro. Lo scultore ne ha piazzata un’altra anche a Roma, in un luogo altamente simbolico dal punto di vista dell’internazionalità: il Ministero degli Esteri. E’ la sfera numero cinque, o Sfera Grande, risale al 1966-67, è poggiata sul basamento in marmo grezzo d’una fontana, decisamente imponente, non fosse altro perché il diametro del globo bronzeo misura circa quattro metri. Adiacente al Foro Italico, è ospitata nei pressi di uno degli edifici più grandi del Paese, il Palazzo della Farnesina, che dal finire degli anni Cinquanta ospita il Ministero degli Affari Esteri. Sta lì da più di quarant’anni. A naso si può dire che le sono passati accanto, o sotto, da Amintore Fanfani a Terzi di Sant’Agata. Frattini, e prima D’Alema, e prima Fini, e Amato, e Dini, Andreotti, Forlani, Rumor, Moro, Nenni. L’opera è stata ribattezzata Pianeta Perfetto. Chissà se con un pelo di provocazione. Tuttavia gli elementi ci sono tutti: il metallo, l'acqua, la terra (il marmo della vasca) e l'aria. La sfera non tocca l'acqua, c'è una lingua di vuoto che la tiene sospesa, sorretta da un asse (non inclinato, non terrestre dunque). Non manca niente, nemmeno una storia di pignoramento: sembra la trama di un film comico-grottesco ma quotidiano.net riporta la storia, datata 2002, di un ex dipendente del Ministero degli Esteri, un geologo, ex funzionario della Cooperazione allo sviluppo, che per un mancato pagamento di quarantaquattro mila euro da parte della Farnesina, ha fatto scattare il provvedimento che in genere si applica nell’ambito del recupero crediti, e si pignorano televisori, lavatrici, oggetti vari. Non la Palla di Pomodoro, come alcuni la chiamano nella capitale. Avendo mancato il pagamento della somma risarcitoria, l'ufficiale giudiziario ha notificato il verbale di pignoramento al Ministero. La cosa poi rotola nel dimenticatoio della burocrazia, oltre che nell’incompletezza delle informazioni sul web, e la nostra palla resta al centro, senza sigilli. Al centro di quella piazza che ha visto consumare i tacchi di Fanfani, Terzi di Sant’Agata. Frattini, D’Alema, Fini, Amato, Dini, Andreotti, Forlani, Rumor, Moro, Nenni. L’arte testimone della storia, guardiana della democrazia. Una sfera liscia in parte, in parte scolpita, come se la perfezione della sfera, violata, indicasse un mondo segreto ed interno. Interno e mondializzato, di tutti, come l’inconscio collettivo. Forse è lì che va cercato il mondo perfetto.

(© 9Colonne - citare la fonte)