Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Roma i disegni danteschi di Rodin

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Roma i disegni danteschi di Rodin


I DISEGNI DANTESCHI DI RODIN
Fino al 4 marzo a Roma, alla Reale Accademia di Spagna, si presenta l’importante opera grafica, quasi sconosciuta, dello scultore Auguste Rodin (1840- 1917), che fu stampata nel 1897 dalla Maison Goupil, pioniere delle nuove tecniche di riproduzione dell’immagine e della diffusione delle opere artistiche. La mostra ha un interesse doppio non solo perché permette di ammirare lo straordinario potenziale grafico dell’opera di Rodin, bensì anche l’inizio delle nuove forme di democratizzare l’arte attraverso la moltiplicazione e commercializzazione intrapresa dalla Goupil. Questo “monumento alla bibliofilia” fu anche denominato l’album Fenaille, in quanto ottenne il patrocinio di Maurice Fenaille, membro dell’Academie des beaux-arts di Francia, nonché grande collezionista e mecenate. Grazie a lui si possono ammirare i disegni che erano andati perduti di Rodin, perché furono realizzati come stampe grazie alla nuova tecnica della fotoincisione. Qui si mostrano le prove “bon a tirer”, alcune con le annotazioni originali dello stesso Rodin, poiché il procedimento dell’intera edizione fu seguita molto da vicino dallo stesso artista. Questi “Disegni Neri” di Rodin, sono ispirati all’Inferno di Dante Alighieri, e furono realizzati mentre lavorava nella sua famosa e non conclusa opera “Le Porte dell’inferno” (1880-1917), e benché non si tratti degli studi diretti per questo grande complesso di sculture, ne hanno la stessa ispirazione. Le 129 stampe vengono suddivise in tre gruppi: 82 appartengono all’inferno, 31 al limbo, e le altre 16 sono studi che seppur non riguardano l’opera di Dante, condividono lo stesso argomento d’ispirazione biblica ed evocazione delle opere di Michelangelo. Le dissacranti tecniche grafiche di Rodin evocano le opere di Goya, di Rembrandt, ma anche i disegni di Victor Hugo, molto conosciuti dallo scultore, poiché il suo rappresentante George Petit organizzò nel 1888 una mostra a Parigi sugli enigmatici disegni dello scrittore.
(red)

UN SECOLO NELLE FOTO DI “VOGUE”
“Dobbiamo fare di Vogue un Louvre”. Le parole dette negli anni ‘20 da Edward Steichen ad Edna Woodman Chase, prima caporedattrice di Vogue America sono il miglior riassunto per spiegare la rivoluzione impressa da Condé Nast e dal suo gruppo di lavoro non solo alla moda ma nella fotografia in generale, quando nel 1909 acquista la prestigiosa testata di Vogue. Da ora in poi, raccontare la moda in immagini non vorrà solo dire delicate illustrazioni ottocentesche ma impiegare e dare spazio ai grandi autori della fotografia internazionali e alle loro libere interpretazioni. Edward Steichen è stato uno dei primi grandi autori a scattare per Vogue, ad accettare la sfida e a non curarsi di chi lo accusava di essersi svenduto per la moda. Da quei primi intrepidi passi, tante cose sono cambiate e ora la fotografia di moda non deve più dimostrare il suo valore ma grazie al talento e alla tecnica dei suoi rappresentanti, oggi è un linguaggio artistico di formidabile forza ed influenza visiva. La mostra “Fashion.  Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast” - fino al 7 aprile alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano, raccoglie una straordinaria selezione di immagini provenienti dagli archivi Condé Nast di New York, Parigi, Londra e Milano e rappresenta una occasione unica per raccontare, attraverso opere preziose e rare, la storia della fotografia di moda, dalle sue origini fino ai giorni d’oggi. In mostra oltre agli scatti dei padri come Cecil Beaton, Man Ray, Edward Steichen, Horst P. Horst, quelli di Helmut Newton, Mario Testino, Paolo Roversi, Peter Lindbergh, Tim Walker, Erwin Blumenfeld, David Bailey, Guy Bourdin, Solve Sundsbo e tanti altri. La mostra è un progetto realizzato dalla (FEP), Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/Paris/Lausanne, in collaborazione con Forma.
(red)

UN PONTE DI ARTE TRA ITALIA E ISRAELE  
Fino al 17 febbraio al Macro - Museo d’Arte Contemporanea Roma si tiene la mostra “Israel Now - Reinventing the Future”, sostenuta dall’ambasciata d’Israele in Italia e dalla “Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti” - nata su iniziativa dei ministeri degli Esteri italiano ed israeliano, con il sostegno di uomini di cultura ed imprenditori -, che con questo progetto inaugura le proprie attività e che promuoverà poi da settembre, in Israele, l’esposizione di quattro capolavori dell’arte classica italiana. “Israel Now” - una più importanti mostre d’arte contemporanea su Israele realizzate in Europa quest’anno – presenta una selezione di 24 artisti israeliani che illustra la propria visione di un futuro reinventato. Nahum Tevet, ad esempio, reinventa il futuro dell’oggetto e della forma mettendo in discussione valenza estetica e consistenza di ogni elemento della sua installazione. Michal Rovner, attraverso la sua video installazione, indaga il futuro dell’essere umano sotto forma di ricerca scientifica. Ofri Cnaani si affida alla videoarte per riprogrammare nuove forme di identità religiosa, accostandole alla memoria ed al passato. Yael Bartana con la sua trilogia video ed Adi Nes con le sue fotografie offrono allo spettatore un’affascinante panoramica su spaccati politico-sociali futuri e futuribili. Pensare nuovi confini e nuove identità geografiche è l’obiettivo di Yehudit Sasportas e Shai Kremer, mentre Keren Cytter concentra la sua ricerca sulla trasformazione del medium creativo e sul suo futuro alternativo. Alla mostra si affianca un fitto calendario di eventi collaterali. La mostra sarà da luglio al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Buenos Aires.
(red)

A NEW YORK IL MONDO LUNARE DI KEZIAT
L'artista pugliese Kezia Terracciano, alias Keziat, presenta a New York, fino al 15 febbraio, presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, la mostra “Elogio della Follia". L’esposizione presenta alcune delle opere - quadri, animazioni video, installazioni e live performance  - più rappresentative della 40enne artista di San Severo, caratterizzate dalla rappresentazione di mondi lunari, fantastici e misteriosi. Le opere compongono il progetto “Visionaria” che porterà le opere dell’artista a Singapore, dal 21 marzo al 14 aprile, ad Amsterdam ed infine a Roma. L’artista ha realizzato numerosi fumetti e illustrazioni per importanti case editrici come l'Enciclopedia Britannica di Chicago, la Synergebooks di New York, la 123Publishing House di Hong Kong, Altar Magazine di New York e Clock Magazine di Los Angeles. Nel 2010 il corto d'animazione “Memoria di un folle”, realizzato in stop motion con piu' di duemila disegni, vince la quinta edizione del Festival Internazionale di video arte Magmart di Napoli.  Fondata con l'intento di diffondere la cultura italiana all'estero, La Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University è semplicemente lo spazio italiano più cool della grande mela. Negli ultimi anni ha ospitato personaggi come Roberto Saviano, Pino Daniele, John Turturro, Beppe Severgnini e per le arti visive Giacomo Balla e Alberto Burri, solo per citarne alcuni. Dal 1998 è diretta con stile inconfondibile da Stefano Albertini, professore della New York University.
(PO / red)

CAPOLAVORI DEL DESIGN SONORO
La Fondazione Musica per Roma e la Imf Foundation presentano fino al 24 febbraio, nel foyer dell’Auditorium Parco della Musica, la mostra inedita “DOS - Disegnare Oggetti Sonori”, prima esposizione internazionale incentrata sul rapporto tra design e suono. Un viaggio tra oggetti, prodotti, installazioni e performance firmato da grandi autori mondiali che hanno fatto dell’elemento sonoro il fulcro della loro ricerca progettuale. Un percorso originale per raccontare l’altro volto del design: non solo bellezza e utilità ma anche, e sempre di più negli ultimi anni, sensorialità. In mostra i diffusori audio firmati dai grandi designer del passato e del presente: Castiglioni, Zanuso, Starck, e la prima presentazione pubblica in Italia delle casse Kef Muon di Ross Lovegrove; strumenti musicali innovativi e sperimentali come l’Airpiano di Omer Yosha; gli oggetti quotidiani quali il bollitore di Sapper per Alessi, e gli originali campanelli personalizzati di Munari e Mosconi riuniti nella mostra “Invece del campanello”; le installazioni artistiche di Ferreri, Quiet ensemble, Mischer'Traxler e le nuove proposte di giovani talenti internazionali che lavorano su suono, rumore e silenzio in maniera del tutto originale. A completare la mostra un programma di attività collaterali che andrà ad arricchire il nucleo centrale espositivo: workshop, performance, laboratori didattici come il progetto “Colour Chaser” del sound designer giapponese Yuri Suzuki. In contemporanea presso lo spazio AuditoriumArte viene presentata la mostra del sound artista svizzero Zimoun, secondo appuntamento del nuovo progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma dedicato all’arte del suono “One Space/One Sound”. Il 36enne artista di Berna occupa interamente lo spazio esterno con un’installazione sonora, mentre all’interno presenta i video di altri due suoi lavori sonori. Utilizzando componenti semplici e funzionali, Zimoun costruisce installazioni sonore architettoniche minimali, realizzate tramite sistemi preparati e materiali quotidiani che esplorano ritmi meccanici.  
(red)

A ROMA INSIDEOUT, IL BAMBINO CON LE BRACCIA LARGHE  
Prende il via il prossimo 13 febbraio, con l’inaugurazione ufficiale, a Palazzo Valentini (ore, 17, via IV Novembre 119/A, Roma) InSideOut, un percorso artistico e multimediale che, con interviste, immagini, disegni e tracce, racconta la vita di Paolo – narrata dal fratello Carlo Gnetti nel libro Il bambino con le braccia larghe (Ediesse, 2010) – che attraversa oltre trent’anni della nostra storia, dalle memorie del manicomio alle pratiche terapeutico-riabilitative della psichiatria sociale italiana, passando attraverso la chiusura degli ospedali psichiatrici e il funzionamento dei servizi di salute mentale. L’installazione InSideOut, ideata e realizzata dal Museo Laboratorio della Mente/ASL Roma E e Aye Aye Installazioni Interattive, dà forma a un ribaltamento dal dentro a fuori, da osservatori a osservati, rendendo tangibile e visibile il passaggio da una dimensione corale a una dimensione intima e personale. Lo spazio scenico è racchiuso in una stanza che catapulta il visitatore in una dimensione spaziale dove dentro e fuori si alternano su due diversi piani di immagini e di suoni. Il progetto si ispira anche alle recenti risoluzioni del Parlamento Europeo sulla salute mentale e al piano d'azione sulla salute mentale per l'Europa dell’Organizzazione Mondiale di Sanità: aumentare la sensibilità della comunità nei confronti dei problemi di salute mentale che troppo spesso sono ancora ignorati o sottovalutati; porre la questione dei diritti umani e di cittadinanza al centro dell’agenda di sviluppo e delle istituzioni nazionali e locali di sanità pubblica; generare politiche di salute mentale e sviluppo di servizi con forte orientamento comunitario; disseminare conoscenze adeguate sulla salute mentale; dare voce alle istanze degli utenti e dei loro familiari; per sostenere questo progetto si è fatto ricorso al crowdfunding, una mobilitazione dal basso di persone e risorse.

(© 9Colonne - citare la fonte)