Arriva l'atteso - o temuto - contingentamento dei tempi sull’esame del disegno di legge costituzionale sulla separazione della carriere dei magistrati, all'esame dell'aula del Senato dopo un primo ok alla Camera. A stabilirlo la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Ad annunciarlo in Aula il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha spiegato come il contingentamento si traduca in "30 ore, escluse le dichiarazioni di voto". Le date probabili di approvazione sono il 16 e il 23 luglio. Critiche le opposizioni, su questa decisione e non solo: "Siamo arrivati a 100 fiducie, come i bollini, ne collezionano uno per ogni decreto, per ogni baratto" afferma il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama, il quale rileva come il Parlamento sia "occupato dalla maggioranza con sei decreti che andranno tra Camera e Senato", mentre "l'unica cosa che funziona in questa maggioranza è l'arrembaggio su singoli scambi, oggi andato in scena con la forzatura inaccettabile sul contingentamento del tempi sulla riforma costituzionale della giustizia". Oltre alla separazione delle carriere, a Palazzo Madama tiene alta la tensione il provvedimento sul fine vita, dopo l'adozione del testo base in Commissione con i soli voti della maggioranza: "La maggioranza ci ha tenuti in ostaggio per mesi, non fa aperture sul disegno di legge Bazoli" e "noi non abbiamo nessuna intenzione di osservare slittamenti sul fine vita", sacrificato "sull'altare di un baratto politico tra le forze di maggioranza", spiega il presidente dei senatori dem, garantendo: "Faremo un'opposizione molto dura per tutta l'estate". Secondo il capogruppo di Avs, Peppe De Cristofaro, "sulla legge di riforma costituzionale in materia di separazione delle carriere dei magistrati, siamo all’ennesima forzatura. Per la prima volta agli emendamenti delle opposizioni il Governo ha dato un numero di pareri favorevoli pari allo zero, manifestando così una totale contrarietà a qualunque possibilità di mediazione, di sintesi e di ragionamento. Poi c'è stato il canguro in Commissione e la mancata volontà di discutere gli emendamenti e addirittura il fatto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, ancora una volta segnando un inedito, si è deciso di arrivare in Aula senza nemmeno votare il mandato al relatore. Infine l’annuncio già ora della data del referendum costituzionale. Questo percorso - sottolinea - si conclude con il contingentamento dei tempi che è la dimostrazione plastica della mancanza di volontà di cercare un terreno di ragionamento comune. Questa riforma costituzionale è una vera e propria vendetta nei confronti della magistratura. Se poi aggiungiamo a questa riforma il premierato e l’autonomia differenziata, ci troviamo di fronte ad una pericolosa torsione che mette in discussione i valori fondanti attorno ai quali è nata la Repubblica e attorno ai quali fu immaginata e costruita la nostra Costituzione". (Roc)
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