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GAZA, LA TREGUA
RESTA UN MIRAGGIO

GAZA, LA TREGUA <br> RESTA UN MIRAGGIO

La tregua a Gaza appare ancora lontana. Un quinto round di colloqui in Qatar su un possibile accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi si è concluso senza progressi significativi, come riporta l'agenzia di stampa saudita Asharq News, citando “fonti informate” anonime. Un funzionario palestinese avrebbe affermato che la situazione è “in stallo”, accusando il team negoziale israeliano di “limitarsi ad ascoltare anziché negoziare” e di consultarsi su “ogni questione” con i funzionari in Israele. Secondo tale fonte, il team israeliano non avrebbe l'autorità di prendere decisioni concrete il che rappresenterebbe “una continuazione della politica dilatoria del primo ministro Benjamin Netanyahu volta a ostacolare qualsiasi potenziale accordo”.

Intanto il premier israeliano ha lasciato gli Stati Uniti dove ha incontrato per la terza volta in sei mesi il presidente americano Donald Trump. Le discussioni, ha spiegato il capo del governo dello Stato ebraico, “si sono concentrate sugli sforzi per liberare i nostri ostaggi”. “Non molleremo un attimo, e questo è possibile grazie alla pressione militare esercitata dai nostri eroici soldati”, ha detto Netanyahu in un video girato nella Blair House. “Purtroppo, questo sforzo ci sta costando un prezzo doloroso, con la perdita dei nostri figli migliori”. Il premier ha ribadito inoltre per l’ennesima volta che Israele è determinato a raggiungere tutti i suoi obiettivi a Gaza: “il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti; l'eliminazione delle capacità militari e di governo di Hamas; e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”.

Alla presenza anche del vicepresidente J.D. Vance, Trump e Netanyahu hanno anche discusso “le implicazioni e le possibilità” dell'operazione contro l'Iran, afferma Netanyahu. “Qui – ha detto Netanyahu - si aprono opportunità per ampliare il cerchio della pace, per ampliare gli Accordi di Abramo”. Nella Striscia intanto si continua a morire. Ieri, la Protezione Civile palestinese ha annunciato la morte di 29 civili, tra cui tre bambini e due donne, in una serie di attacchi aerei israeliani in diverse parti del territorio, devastato da 21 mesi di guerra. Secondo Mahmoud Bassal, portavoce dell'organizzazione umanitaria, un attacco condotto da un drone su un campo profughi vicino a Khan Younis, nel quadrante meridionale, ha causato la morte di nove persone. (9 lug - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)