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UCRAINA, ULTIMATUM
DI TRUMP A PUTIN

UCRAINA, ULTIMATUM <BR> DI TRUMP A PUTIN

Donald Trump ha detto stop. Stop alla pazienza con l’omologo russo Vladimir Putin dopo quasi sei mesi di fallimenti sulla questione ucraina. Sei mesi durante i quali Washington alle volte è sembrata accostarsi più a Mosca che a Kiev (un idillio il cui apice è stato toccato il 28 febbraio nell’umiliazione pubblica del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale) nel tentativo di giungere a una pace a ogni costo per gli ucraini.  Ricevendo ieri il Segretario Generale della NATO Mark Rutte in quello stesso Studio Ovale, il tycoon ha però annunciato due misure che confermano il suo cambio di passo. In primo luogo, l'ingente fornitura di armi a Kiev, una volta esaurite le ultime tranche di aiuti militari lasciati in eredità dal suo predecessore democratico, Joe Biden. In secondo luogo, l'imposizione di nuove sanzioni contro la Russia per privarla delle entrate che utilizza per finanziare la guerra.

Trump si è detto “molto insoddisfatto” dal comportamento del leader del Cremlino Vladimir Putin “perché pensavo che avremmo raggiunto un accordo due mesi fa, ma non sembra esserci stato alcun risultato” minacciando quindi l’imposizione di “tariffe molto severe se non raggiungeremo un accordo entro 50 giorni: tariffe pari a circa il 100%, le chiamate tariffe secondarie, sapete cosa significano”. I dazi statunitensi, ha ammonito The Donald, saranno “dannosi” e colpiranno l’economia russa. “Spero – ha aggiunto - che non arriveremo mai a questo punto”, ma quelle di Putin “Sono solo chiacchiere”, parla parla “e poi i missili arrivano a Kiev e uccidono 60 persone. Bisogna finirla. Bisogna finirla” ha ripetuto.  

Riguardo all'Ucraina e alla NATO, Trump ha confermato di aver raggiunto un accordo per l'invio di armi al paese invaso, elogiando il fatto che gli Stati Uniti producano “il miglior equipaggiamento militare al mondo”. Tale equipaggiamento sarà prodotto per la NATO e potrà poi essere inviato in Ucraina in quello che il The Donald ha definito “un grosso affare”. Un evidente tentativo, quello dell’inquilino della Casa Bianca, di evitare di apparire come il continuatore dell’aborrita politica di Biden relativa alla fornitura di armi proteggendo al contempo la parte della sua base più ostile a qualsiasi forma di intervento esterno. “Produciamo il miglior equipaggiamento, i migliori missili, il meglio di tutto. Le nazioni europee lo sanno e oggi abbiamo raggiunto un accordo. Invieremo agli ucraini armi e i membri della NATO le pagheranno. Gli Stati Uniti non effettueranno alcun pagamento, non acquisteremo questo equipaggiamento, ma lo produrremo e loro lo finanzieranno” ha ribadito Trump.

Da parte sua Rutte ha confermato l'accordo: “Ciò significa che l'Ucraina potrà mettere le mani su una quantità davvero significativa di equipaggiamento militare, sia per la difesa aerea che per missili e munizioni”. Il segretario generale ha spiegato che Trump lo ha chiamato giovedì per dirgli che voleva fornire all'Ucraina ciò di cui aveva bisogno, ma che stava chiedendo agli europei di coprirne i costi, “il che è del tutto logico. Questo è, ancora una volta, un segno che gli europei si stanno assumendo le proprie responsabilità”. Rutte ha affermato di essere stato in contatto con "molti paesi" interessati a partecipare all'accordo, tra cui Finlandia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi e Canada. Trump ha quindi riconosciuto che “l'Europa ha molto spirito combattivo per questa guerra”, cosa che all'inizio non aveva apprezzato. “Pensano davvero che sia una cosa molto, molto importante da fare, altrimenti non lo farebbero... Ecco, stanno accettando semplicemente di pagare per tutto”. In ogni caso, ha aggiunto, “Voglio ribadire una cosa. L'ho già detto prima: questa non è la guerra di Trump. Siamo qui per cercare di concluderla e risolverla”. Trump ha inoltre spiegato di parlare “spesso con Putin per portare a termine questa cosa, e riattacco sempre dicendo: 'Beh, è stata una bella telefonata', e poi lanciano missili su Kiev o su qualche altra città. E dopo che questo accade tre o quattro volte, dici, il discorso” appena fatto “non significa niente. Le mie conversazioni con loro sono sempre molto piacevoli” come quella prima di un devastante attacco a Kiev. “Torno a casa – ha raccontato il The Donald - dico alla First Lady: ‘Ho parlato con Vladimir oggi, abbiamo avuto una conversazione meravigliosa’. E lei mi dice: ‘Oh, davvero, un'altra città è appena stata colpita’”. Trump ha inoltre confermato che le batterie Patriot saranno spedite a Kiev “entro pochi giorni”. (15 LUG – DEG)

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