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PART-TIME, SCHLEIN: DDL
PER ‘’DIRITTO AL TEMPO’’

PART-TIME, SCHLEIN: DDL  <BR> PER ‘’DIRITTO AL TEMPO’’

“Il Pd ha presentato una legge per contrastare il part-time involontario, quelle forme di precarietà che condannano tre milioni di donne a stare in una condizione di lavoro povero,  e a non poterne uscire: quindi la nostra proposta mira a garantire che la lavoratrice e il lavoratore part time abbino diritto a poter completare il proprio orario di lavoro, soprattutto se lo stanno già facendo ma non è riconosciuto dal contratto”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, che in una conferenza alla Camera ha illustrato il nuovo ddl sulla regolamentazione del lavoro part-time, depositato in Senato e a prima firma della senatrice Susanna Camusso.  “E’ una proposta, quindi – aggiunge - che mira anche a contrastare il lavoro nero e ‘grigio’, è una proposta che mira a ricostruire un ‘diritto al tempo’ delle persone e in particolare delle donne, perché in questo Paese il 31,5% di donne che lavorano lo fa in part-time, mentre solo l’8% di uomini che lavorano lo fa in part time. Perché in questo Paese quando c’è un governo guidato da una donna che taglia il welfare e la sanità pubblica, tutto il carico di cura rimane sulle spalle delle famiglie e dentro queste soprattutto sulle spalle delle donne. Allora il problema è che si eviti che il part-time, soprattutto quando forzato, sia una trappola di sfruttamento che tiene lì le lavoratrici e le tiene con dei salari troppo bassi per una vita dignitosa. Queste sono le ragioni per cui il Pd avanza un’altra proposta sul lavoro dignitoso contro la precarietà e contro il part-time involontario” conclude la leader dem. “Questa proposta – spiega Camusso -  intende colmare un doppio vuoto: uno che riguarda la scelta che spesso una lavoratrice o un giovane può fare di passare una parte della sua vita lavorativa part-time invece che a tempo pieno, per affrontare temi di cura, di studio, di formazione e che invece si affrontano con molta difficoltà. L’altra che riguarda gli oltre tre milioni di lavoratori, soprattutto lavoratrici, che hanno invece un part-time involontario, ovvero passano la loro vita in una condizione di lavoro povero e spesso anche non programmato e non programmabile, che invade completamente la loro vita e quindi anche la possibilità di supplire con altre attività o di organizzare meglio la vita familiare. Questo doppio vuoto – conclude l’ex leader della Cgil -  va colmato riconducendo innanzitutto il part-time a una scelta volontaria, e dall’altro ridandogli caratteristiche di transitorietà o comunque di orario che sia programmato e quindi gestibile”. (PO / Roc)

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