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Il mare e la sua nursery: record di nidificazioni di caretta caretta lungo le coste italiane

Sulle spiagge italiane è boom di tartarughe marine: quasi 600 nidi individuati nell’estate 2025, il 30% in più rispetto all’anno scorso. Un record che racconta di un Mediterraneo che cambia e di una rete sempre più attiva nella tutela della biodiversità


Dove c’erano solo sdraio e castelli di sabbia, oggi si contano uova e piccole tartarughe. È l’altra faccia dell’estate italiana, quella che parla di biodiversità, cambiamenti climatici e di un Mediterraneo che si risveglia come nursery naturale. E la storica campagna Goletta Verde di Legambiente, che ha fatto tappa in Campania, regala una fotografia mozzafiato delle nidificazioni della Caretta caretta. Il dato è clamoroso: quasi 600 nidi già individuati lungo le spiagge italiane. Un +30% rispetto all’anno scorso, quando il totale a fine stagione era stato di 454. In testa alla classifica delle regioni più ospitali per le tartarughe troviamo la Sicilia (oltre 200 nidi), seguita da Calabria (circa 130), Campania (103) e Puglia (64). Ma a stupire davvero è la Liguria, con ben 11 nidi. Un exploit inaspettato per una regione dove, fino a pochi anni fa, nessuno avrebbe immaginato una schiusa. La tappa campana della Goletta Verde è stata anche l’occasione per mostrare in azione una delle innovazioni più affascinanti nel campo del monitoraggio ambientale: i Tarta Dog, cani addestrati per individuare i nidi nascosti nella sabbia. Sulle spiagge di Montecorice e Castellabate, occhi puntati su Mira, una giovane Springer Spaniel guidata da Mario Fortebraccio (ENCI). Zampe veloci, fiuto infallibile e una missione: proteggere il futuro delle tartarughe. Il progetto si chiama Life Turtlenest ed è coordinato da Legambiente con la direzione scientifica della Stazione Zoologica di Napoli. Cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, coinvolge volontari, tecnici, ricercatori e amministrazioni locali. Una rete capillare che lavora ogni giorno per mettere in sicurezza i nidi, ridurre i disturbi causati dalla presenza umana e sensibilizzare cittadini e turisti. “L’integrazione dei Tarta Dog è un elemento innovativo e di grande valore – spiega Martina Palmisano, portavoce di Goletta Verde –. Il boom di nidificazioni che stiamo osservando è frutto di due fattori: da una parte l’effetto del riscaldamento del Mediterraneo, che modifica le rotte delle tartarughe; dall’altra l’efficacia di un sistema di monitoraggio sempre più strutturato e partecipato”. Finora, in questa estate 2025, sono 13 le regioni costiere italiane ad aver registrato almeno una nidificazione, un record assoluto. Restano fuori solo Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove però non mancano i segnali positivi: negli ultimi giorni sono state documentate alcune risalite, e tutti ricordano ancora il nido di Jesolo del 2021, il più a nord mai registrato nel Mediterraneo. Il fenomeno della nidificazione sulle nostre coste, un tempo quasi esclusivo di Grecia, Turchia, Cipro e Libia, si sta dunque spostando sempre più verso l’Italia. Colpa – o merito – del clima: il Mediterraneo si scalda il 20% più velocemente della media globale e in estate può raggiungere i 30 gradi in superficie. Ma molte delle nostre spiagge sono anche zone turistiche affollate, e le interferenze umane possono rappresentare una minaccia per le uova e i piccoli appena nati. Per questo, Legambiente ha lanciato i protocolli “Amici delle tartarughe”, firmati finora da 119 Comuni, 38 aree marine protette e 200 stabilimenti balneari. L’obiettivo è uno solo: proteggere i nidi e ridurre l’inquinamento luminoso, che può disorientare i piccoli al momento della schiusa. Un lavoro prezioso, tecnico e paziente, che passa anche per la formazione degli operatori e per la distribuzione di Linee Guida pratiche agli amministratori locali. C’è chi la chiama rivoluzione naturale. Di certo, è una buona notizia per il nostro mare.

(© 9Colonne - citare la fonte)