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direttore Paolo Pagliaro

FAMIGLIE CON MINORI:
PER 28% NIENTE VACANZE

FAMIGLIE CON MINORI: <br> PER 28% NIENTE VACANZE

“La deprivazione minorile delle vacanze estive, in un contesto di disuguaglianze economiche come quello italiano, può accentuare i divari educativi”. Lo afferma la Fondazione Openpolis che nella sua rubrica Numeri alla mano segnala che, nel 2024, sono il 28% le famiglie con un figlio minore in Italia che non hanno potuto permettersi di fare una settimana di vacanze lontano da casa. Una percentuale che cresce all'aumentare del numero dei figli minori in famiglia. Il 44,4% delle famiglie con tre o più figli minori a carico ha dovuto rinunciare a una settimana di ferie lontano da casa, nello stesso anno. Sono 24 i capoluoghi di provincia dove nel 2020 oltre il 20% dei nuclei familiari che vive di un solo reddito aveva anche figli piccoli (con età minore ai 6 anni) a carico. Di questi, 18 si trovano nel sud del paese. Particolare il caso di Andria dove il 31,5% delle famiglie con almeno un figlio piccolo a carico nel 2020 era monoreddito. Nella città pugliese quasi un terzo delle famiglie con almeno un bambino con meno di 6 anni viveva con un solo reddito in casa. Tra i 10 capoluoghi con la maggiore quota di famiglie monoreddito con figli piccoli a carico anche Barletta (28,33%), Prato (26,69%), Napoli (24,41%), Palermo (23,85%), Matera (23,52%), Crotone (23,47%), Trani (23,24%), Vibo Valentia (22,87%) e Latina (22,52%). “Le famiglie che non possono permettersi una vacanza vedono i propri figli privati di momenti di gioco all’aperto, gite culturali o semplici attività che stimolano la creatività e il legame familiare – si legge in una nota -. Questo svantaggio è tanto più rilevante se si considera che la crescita dei bambini non passa solo attraverso la scuola, ma anche attraverso esperienze di vita quotidiana che non sono sempre garantite in situazioni familiari meno favorevoli. Ricostruire la quota di famiglie che rinuncia alle vacanze non è semplice come potrebbe sembrare dai dati appena visti, per una serie di motivi. Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato, in questo tipo di rilevazioni i dati possono sembrare asettici e obiettivi, ma c’è sempre un rischio di sottostimare il fenomeno. La letteratura in materia (cfr. Unicef, 2012) ha spesso sottolineato come serva sempre ricordare che dietro ogni statistica di questo tipo c’è un genitore cui viene richiesto di segnalare la condizione di deprivazione del suo nucleo familiare e dei propri figli. Indicando ad esempio se sia in grado di portarli in vacanza, come in questo caso, oppure di riscaldare l’abitazione o ancora di avere una casa abbastanza luminosa per fare i compiti o spaziosa a sufficienza per ospitare degli amici. A maggior ragione, è ancora più complesso – quando non impossibile – monitorare quanto incidano questi fenomeni sul territorio. Per avere una misura della deprivazione delle famiglie con figli piccoli, tuttavia, è possibile fare delle stime rispetto alla condizione sociale dei nuclei con minori a carico. Si può provare a ricostruirlo attraverso i dati Istat, utilizzando i dataset che l’istituto rilascia nell’ambito delle statistiche sperimentali. Si può analizzare la quota di famiglie con figli a carico che si mantengono su un unico reddito. Una situazione che – in molti casi – rende fragili le finanze familiari e può comportare per il nucleo di dover rinunciare a questo tipo di spese. L’indicatore che è possibile analizzare attraverso i dati a disposizione, nello specifico, è la quota di famiglie anagrafiche in cui è presente almeno un minore con meno di 6 anni e un unico percettore di reddito sul totale delle famiglie monoreddito. Al netto di distorsioni legate all’evasione e a casi specifici (non necessariamente una famiglia monoreddito è in difficoltà economica) e del fatto che l’informazione è disponibile solo per i comuni con almeno cinquemila abitanti, si tratta dell’indicatore con la maggiore granularità territoriale a disposizione”. (11 ago – red)

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