Tra le antiche mura del Castello Medievale di Guardia Sanframondi (Benevento) si è celebrata l’8 agosto la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo con "Welcome Home in Sannio", un evento che ha posto al centro del dibattito il turismo delle radici come strumento di rilancio per i territori interni. L'iniziativa, svoltasi in concomitanza con la 34esima edizione di "Vinalia", ha visto la partecipazione di istituzioni, studiosi e amministratori locali per fare il punto sui risultati del progetto Italea, il programma di promozione del turismo delle radici, lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto PNRR e finanziato da NextGenerationEU. Il convegno, organizzato in occasione del 69esimo anniversario della tragedia di Marcinelle - dove l'8 agosto 1956 persero la vita 136 lavoratori italiani nella miniera belga Bois du Cazier - ha rappresentato un momento di riflessione sulle potenzialità del turismo delle radici per invertire la rotta dello spopolamento delle aree interne. Undici comuni della provincia beneventana hanno aderito a Italea: oltre a Guardia Sanframondi, capofila dell'iniziativa, anche Amorosi, Ceppaloni, Morcone, Pannarano, Paolisi, Pesco Sannita, Ponte, Pontelandolfo, San Bartolomeo in Galdo e Santa Croce del Sannio. «I nostri territori hanno bisogno di acquisire quel know how utile a costruire itinerari turistici dedicati, per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle nostre aree interne a rischio spopolamento», ha sottolineato il sindaco di Guardia Sanframondi, Raffaele Di Lonardo. Il primo cittadino ha inoltre rimarcato l'importanza di «sostenere le radici» e del «rapporto filiale con la Madonna dell'Assunta, una fede che è tradizione e rispetto», annunciando la creazione di «un centro di documentazione sulle tradizioni popolari, punto di riferimento su questi temi». L'obiettivo dichiarato è quello di consolidare nel Sannio le strategie offerte dal progetto del MAECI attraverso una collaborazione strutturata tra amministrazioni locali.
I Riti Settennali protagonisti della memoria collettiva
Ad arricchire la giornata, l'inaugurazione della mostra fotografica “I Riti Settennali un anno dopo”, realizzata in collaborazione con il Santuario dell’Assunta e il Circolo Fotografico Sannita. L’esposizione racconta il patrimonio devozionale e antropologico dei celebri Riti Settennali di Penitenza in Onore dell’Assunta, che si tengono ogni sette anni e coinvolgono l’intera comunità in una processione penitenziale unica al mondo. L’ultima edizione si è svolta nell’agosto 2024, la prossima è prevista per il 2031. «L'esempio dei Riti dimostra come il patrimonio culturale legato alla devozione possa stimolare le nuove generazioni dei discendenti degli emigrati guardiesi all'estero a visitare il luogo di origine dei loro antenati», ha affermato Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto Italea. De Vita ha inoltre precisato come «continua anche nel Sannio la promozione del patrimonio delle tradizioni italiane, cuore pulsante del progetto Italea».
Italea: oltre 800 comuni coinvolti, 80 milioni di potenziali viaggiatori
Il progetto Italea ha coinvolto oltre 800 piccoli comuni italiani con l'obiettivo di attrarre gli 80 milioni di italo-discendenti sparsi nel mondo. «Il Turismo delle Radici nasce con l'intento di far scoprire cultura, riti e tradizioni e valorizzare i luoghi non toccati dal turismo di massa», ha spiegato De Vita, aggiungendo che «oggi i viaggi delle radici in Italia stanno consentendo a nipoti e figli di emigrati di riscoprire le proprie origini. Ogni regione, attraverso le Italee locali, fornisce un insieme di servizi turistici - itinerari, laboratori, eventi, attività - per accogliere e assistere i viaggiatori delle radici e rendere unica la loro esperienza in Italia». È stata presentata anche Italea Card, con cui «ottenere sconti, agevolazioni e servizi». Sara Roversi, Presidente Radici ETS - Italea Campania, ha definito la regione «un'incredibile risorsa dormiente» dove «il turismo delle radici c'è sempre stato». Secondo Roversi «qui il turismo delle radici c'è sempre stato, abbiamo unito le forze e abbiamo lavorato con il cuore e con cura per fare in modo che questi non fossero solo viaggi, ma ritorni, scoperte». Roversi ha aggiunto come «in questo momento storico progetti come questo possono rappresentare una grande soluzione, ci riportano a quella umanità di cui c'è bisogno».
Verso Benevento Capitale della Cultura 2028
L'evento ha visto anche la partecipazione dell'assessora alla Cultura del Comune di Benevento, Antonella Tartaglia Polcini, che ha inquadrato l'iniziativa nel più ampio progetto della candidatura di Benevento a Capitale della Cultura 2028. «Sarà tutto il Sannio ad essere parte attiva di un percorso condiviso di sperimentazione, un grande impegno progettuale per consolidare l'identità del territorio. La nostra scelta di avviare la candidatura è una scelta di entusiasmo, passione, appartenenza. Diamo un senso di ottimismo all'orgoglio di essere aree interne, come luoghi interiori, dell'anima e Guardia Sanframondi con i suoi riti etno-antropologici ce lo dimostra benissimo», ha dichiarato Tartaglia Polcini. Il presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi, ha fatto notare come nell'evento si incrocino «momenti significativi, Vinalia espressione del territorio, il turismo delle radici che rigenera i territori, l'emigrazione del nostro popolo - 80 milioni di italo discendenti sparsi per il mondo - e poi i riti settennali di Guardia Sanframondi, silenziosi, penitenziali». Per Lombardi, «questa collaborazione esprime quella spinta positiva necessaria alle aree interne, fatte non semplicemente di nostalgia, ma di visioni culturali, ambientali, enogastronomiche, da rilanciare e promuovere. Abbiamo bisogno di sinergie per esprimere a pieno le nostre vocazioni e il nostro potenziale, dobbiamo crederci attivamente». Presente anche Raffaela Moscarella, Prefetto di Benevento, che ha osservato come «il fenomeno migratorio è caratteristico del territorio nazionale». È necessario «creare sviluppo, invertire la rotta creando occasioni di ritorno».
Le voci della diaspora italiana
Anna Maria Buondonno Maturi, consigliera del COMITES di Montreal, ha lanciato un appello alle nuove generazioni: «Parliamo ai giovani perché oggi non si parte più con la valigia di cartone, sono i ‘cervelli’ a lasciare il Paese e dobbiamo affrontare questo tema e farlo anche con le associazioni, veicoli di relazioni, di risorse ed è per questo che vanno sostenute». L'antropologo Giovanni De Vita dell'Università di Cassino ha inquadrato il fenomeno dal punto di vista scientifico, commentando come «quello del turismo delle radici è un tema molto specifico da cui arrivano diverse sollecitazioni nel campo dell'antropologia, come sistema che fa emergere numerose istanze che vanno contestualizzate nella loro complessità. Chi torna nei luoghi di origine sono migranti temporanei, che si aspettano di ritrovare il rapporto tra le radici familiari-identitarie e la loro vita altrove». Al convegno ha partecipato anche Chris Togni, referente della Comunità Anglofona di Guardia Sanframondi, mentre il professor Raffaele Palumbo di Unitelma Sapienza ha messo in luce come «l'attaccamento degli italiani all'estero alle loro radici è forte, sorprendente. Vogliono studiare l'italiano, acquisire un titolo», illustrando le materie del «corso di Commissari dell'Ospitalità specifica per il settore del turismo delle Radici».
Un modello replicabile
Nelle conclusioni, il responsabile di Italea, Giovanni Maria De Vita, ha definito il Programma «una rete innovativa. Il progetto ha avuto successo grazie alla condivisione di tutti gli attori che oggi ne fanno parte. Aree rurali e borghi sono i veri protagonisti di questo progetto e della storia delle migrazioni, tornare oggi significa riconnettersi a luoghi da cui i propri antenati si sono allontanati». Ha inoltre riconosciuto il ruolo pioneristico della Campania: «La Regione ha avuto un ruolo importante, già prima del Turismo delle Radici c'era la legge regionale, che ha fatto da apripista per altre regioni». De Vita ha concluso rimarcando che «i viaggiatori delle radici non arrivano in Italia per ‘vedere’ ma per ‘vivere’, per sentirsi parte di una comunità, ognuno ha la sua storia e il nostro progetto fornisce occasioni per organizzarsi. In questo i territori hanno offerto grande collaborazione, aprendo gli archivi e offrendo presenza nell'accoglienza». L'evento si è concluso con l'annuncio che il castello di Gesualdo diventerà sede di un ufficio Italea per la promozione del turismo delle radici e l'accoglienza in Irpinia, come ha comunicato Josephine Carrabs di Irpinia Escapes, australiana originaria di Gesualdo che ha deciso di investire nel suo paese d'origine: Un annuncio che consolida il ruolo del territorio irpino-sannita come laboratorio di buone pratiche per il rilancio delle aree interne attraverso la valorizzazione delle proprie radici culturali e identitarie. (maf - 11 ago)
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