Il ministero della Salute di Gaza ha riferito che 180 persone sono morte per cause legate alla malnutrizione dall'inizio della guerra nell'ottobre 2023, inclusi 93 bambini, di cui almeno 25 hanno perso la vita a luglio, mentre la malnutrizione aumenta in modo terrificante. A luglio erano malnutrite più di quattro donne incinte e che allattano su 10 (43%) tra coloro che si sono rivolte alle cliniche di Save the Children a Gaza. Le madri malnutrite che non possono allattare al seno danno ai loro bambini biberon d'acqua o acqua mescolata con ceci macinati o tahina. A Gaza, sono stati segnalati casi di madri che hanno difficoltà a produrre latte a causa di fame grave, stress e disidratazione. Le madri, temendo la propria morte, hanno chiesto scorte di latte artificiale per garantire che i loro bambini possano essere nutriti. Ma anche questo prodotto non può entrare a Gaza a causa dell'assedio imposto dal governo israeliano. Lo afferma Save the Children. Delle 747 donne visitate dalla organizzazione umanitaria nella prima metà di luglio, 323 (43%) erano malnutrite, con forti ripercussioni sulla loro capacità di nutrire i neonati, un numero quasi tre volte superiore a quello di marzo, quando il governo israeliano ha reintrodotto l'assedio totale a Gaza. Da aprile il personale dei due principali centri sanitari di Save the Children operativi a Gaza ha segnalato un aumento mensile del numero di donne malnutrite incinte e che allattano, essendo quasi totalmente non disponibili cibo, acqua e carburante. La cattiva alimentazione e la malnutrizione durante la gravidanza possono causare anemia, preeclampsia, emorragia e morte nelle madri, portare a morte fetale, basso peso alla nascita, ritardo della crescita e nello sviluppo dei bambini. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, a Gaza ci sono 55.000 donne incinte. Più di 70.000 bambini sotto i cinque anni e 17.000 donne incinte o che allattano soffrono di malnutrizione acuta, secondo l'autorità umanitaria globale sulle crisi della fame, l'Integrated Food Security Phase Classification (IPC), che ha avvertito che "a Gaza si sta attualmente verificando lo scenario peggiore: la carestia". "Le madri arrivano nelle nostre cliniche affamate, esauste e terrorizzate che i loro bambini non sopravvivano. Alcune chiedono il latte artificiale in modo che i loro bambini possano essere nutriti anche se dovessero morire. Queste sono realtà che nessuna madre dovrebbe mai affrontare. Sappiamo che lo stress estremo può compromettere l'allattamento al seno, i continui attacchi aerei, e ovviamente trovarsi in una zona di guerra, comportano un'enorme sofferenza: gli sfollamenti e la fame a Gaza stanno avendo un impatto devastante sulle madri. Molte donne sono malnutrite, ma cercano ancora di nutrire i loro bambini. Aiutare le madri ad allattare al seno può essere un intervento salvavita sia per la madre che per il figlio. Quando i bambini non hanno cibo, il loro corpo inizia a spegnersi dopo pochi giorni. Smettono di mangiare, perdono energia e iniziano a deperire. Alla fine, i loro organi iniziano a cedere e diventano pericolosamente vulnerabili alle infezioni. La malnutrizione è curabile e i bambini possono guarire, ma solo se li raggiungiamo in tempo. Il divieto all'ingresso degli aiuti a Gaza deve essere urgentemente revocato. Con processi e percorsi di ingresso adeguati, sicuri e strutturati, le organizzazioni umanitarie possono fornire la giusta assistenza e salvare vite umane. Qualsiasi cosa di meno, è una pericolosa distrazione che sta costando alle madri i loro bambini, ai bambini le loro madri e, nello scenario "migliore", sta compromettendo la crescita, lo sviluppo e il futuro di una generazione. Se il mondo non agisce ora, altri bambini moriranno a causa di questa crisi prevenibile e provocata dall'uomo” ha dichiarato Ahmad Alhendawi, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l'Europa Orientale. Save the Children chiede al governo israeliano di rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e di consentire l'accesso totale a tutti gli aiuti, incluso il supporto all'allattamento e, per coloro che non hanno altra scelta, l'ingresso di latte artificiale e dei beni e servizi essenziali necessari per il loro corretto utilizzo. I neonati già devastati dalla guerra non devono essere lasciati senza i mezzi per sopravvivere. I team dell’organizzazione forniscono acqua, gestiscono spazi a misura di bambino e aree per mamme e bambini dove le donne incinte e che allattano possono ricevere supporto in materia di nutrizione, alimentazione infantile e assistenza psicosociale. Ha anche allestito centri di apprendimento temporanei per aiutare i bambini a proseguire gli studi. (11 ago - red)
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