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direttore Paolo Pagliaro

GAZA, MELONI SENTE
PREMIER ARABIA SAUDITA

GAZA, MELONI SENTE <BR> PREMIER ARABIA SAUDITA

La premier Giorgia Meloni ha avuto oggi una conversazione telefonica con il principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, S.A.R. Mohamed bin Salman Al Saud. “La conversazione ha permesso di condividere gli ultimi sviluppi del conflitto a Gaza nonché i principali temi della collaborazione bilaterale - ha fatto sapere in una nota Palazzo Chigi - Con riferimento alla situazione a Gaza, i due Leader hanno espresso preoccupazione per le più recenti decisioni israeliane che appaiono andare verso un’ulteriore escalation militare, sottolineando l’opportunità di giungere, senza ulteriori ritardi, alla cessazione delle ostilità per porre fine alla drammatica situazione umanitaria della Striscia e avviare la ricostruzione di Gaza dove, ha sottolineato il Presidente del Consiglio, il ruolo delle Nazioni arabe resta fondamentale. Nel concordare che solo un processo politico verso una soluzione dei due Stati potrà condurre ad una pace giusta e di lungo periodo, il Presidente Meloni ha evidenziato, come già fatto ieri al Presidente Abbas, la necessità che Hamas rilasci immediatamente e incondizionatamente gli ostaggi e accetti di non poter avere un ruolo nel futuro della Striscia. Il colloquio telefonico ha infine costituito l’occasione per riaffermare la comune volontà di approfondire la collaborazione bilaterale in tutti gli ambiti di comune interesse, a partire dalla piena attuazione del partenariato strategico tra Roma e Riad lanciato in occasione della visita del Presidente del Consiglio ad Al-Ula nello scorso gennaio”.
Dall’ONU è arrivato l’allarme malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza, che sta aumentando “vertiginosamente, con oltre 300.000 bambini a rischio grave”. Ad affermarlo il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite, il quale in un comunicato ha specificato che “il dato giunge dopo un recente allarme lanciato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), secondo cui solo l'1,5% dei terreni coltivabili nell'enclave rimane accessibile e intatto, ‘segnalando un collasso quasi totale della produzione locale di cibo’”. Il Cogat (Coordinator of Government Activities in the Territories), ente del ministero della Difesa israeliano, ha tuttavia smentito: “Non ci sono segnali di malnutrizione generalizzata nella Striscia di Gaza”, ha affermato in un nuovo rapporto in cui ha indicato anche di aver effettuato un “esame approfondito” dei dati e delle cifre diffuse da Hamas sui decessi causati dalla fame, accusando il gruppo di aver gonfiato il numero dei decessi e di aver sfruttato sui media in modo cinico le “immagini tragiche”.
Un altro allarme è arrivato dall’OMS, che ha chiesto di semplificare le procedure di controllo per gli aiuti umanitari destinati a Gaza, dove la situazione umanitaria “rimane catastrofica”. Il responsabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per i Territori Palestinesi Occupati, Rik Peeperkorn, ha sottolineato in conferenza stampa che attualmente le procedure sono macchinose e i prodotti sanitari “vengono ancora rifiutati” per l'ingresso nella Striscia. Parallelamente il commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, ha detto: “Sebbene il mio mandato non copra la situazione nella regione, ho avviato un dialogo con gli Stati membri del Consiglio d'Europa in merito ai loro obblighi nel contesto del commercio internazionale di armi, al fine di garantire che le loro azioni non contribuiscano a violazioni dei diritti umani”. “Ribadisco il mio invito agli Stati membri a fare tutto il possibile per prevenire e affrontare le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani nel contesto del conflitto a Gaza - ha aggiunto - ciò include l'applicazione delle norme giuridiche esistenti per garantire che i trasferimenti di armi non siano autorizzati laddove sussista il rischio che possano essere utilizzati per commettere violazioni dei diritti umani”. Continuano, inoltre, le prese di posizione sull’uccisione dei giornalisti di Al Jazeera da parte dell’esercito israeliano. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha condannato l'uccisione dei giornalisti e ha chiesto “un'indagine indipendente e imparziale”. Lo ha affermato il suo portavoce Stéphane Dujarric, secondo quanto riferito dalla Cnn. “I giornalisti e gli operatori dei media devono essere rispettati, devono essere protetti e devono poter svolgere il loro lavoro liberamente, liberi dalla paura”, ha affermato Dujarric. In quest’ultimo caso, si è trattato del giornalista di Al Jazeera Anas al-Sharif e quattro suoi colleghi, oltre a un giornalista freelance, uccisi il 10 agosto mentre si trovavano in una tenda stampa vicino all'Ospedale al-Shifa. L'esercito israeliano ha confermato l'assassinio mirato, accusando Al-Sharif di guidare una cellula di Hamas, senza tuttavia fornire spiegazioni in merito agli altri giornalisti. Sull’account X di Al-Sharif adesso campeggiano le sue ultime parole, un messaggio scritto a inizio giugno e che il giornalista aveva deciso di affidare a un amico, incaricato di pubblicarle solamente dopo la sua morte: “Questo è il mio testamento e il mio messaggio finale. Se queste mie parole vi giungono, sappiate che Israele è riuscito a uccidermi e a mettere a tacere la mia voce”.
Intanto, continua il dialogo per favorire la soluzione diplomatica. Una delegazione di Hamas attualmente è impegnata al Cairo in colloqui con funzionari egiziani per “ricucire” le relazioni peggiorate la scorsa settimana, come fa sapere il giornale israeliano Haaretz che cita fonti palestinesi ed egiziane. Inoltre, come rilanciato dal giornale israeliano, Sky News Arabia ha fatto sapere che Egitto, Qatar e Turchia sono al lavoro su una nuova iniziativa per arrivare alla fine del conflitto e al rilascio degli ostaggi. Sta crescendo anche la protesta interna a Israele: centinaia di piloti in pensione e riservisti dell'aeronautica militare israeliana, infatti, si riuniranno stasera davanti al quartier generale delle IDF a Tel Aviv per chiedere la fine della guerra. Secondo i media israeliani, infatti, nella dichiarazione i riservisti hanno fatto sapere che la manifestazione chiederà la fine immediata della guerra, definita “inutile”, e un’azione urgente per riportare a casa gli ostaggi. (12 AGO - gci)

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