Un incontro tra archeologia e contemporaneità. Il museo diventa vivo e dinamico attraverso un percorso espositivo che riporta le aree interne al centro del dibattito culturale internazionale. Una nuova e straordinaria esposizione per il pittore Fernando Mangone, che torna a esplorare i luoghi del mito e della storia, dalle stratificazioni archeologiche ai territori in cui nacque il pensiero filosofico. L’artista si immerge e dialoga, attraverso il gesto vibrante della sua pittura, per riscoprire il senso del radicamento e delle radici, partendo da un luogo a lui caro: Buccino (SA), dove ha creato il suo atelier. All’inaugurazione erano presenti il Sindaco di Buccino Pasquale Freda, il Consigliere regionale Corrado Matera e per l’Associazione TerraCilento APS con il suo Presidente Domenico Cavallo. Una mostra che è insieme omaggio, riscoperta e atto d’amore. All’interno del Museo Archeologico Nazionale “Marcello Gigante” di Volcei – Buccino prende vita una nuova tappa significativa del percorso artistico di Fernando Mangone, pittore di fama internazionale, profondamente legato ai paesaggi e alle memorie delle aree interne del Cilento. Promossa dalla Fondazione FAM ETS – Fondazione Arte Mangone Ente del Terzo Settore, con il supporto dell’Associazione TerraCilento APS, l’esposizione riunisce opere a tecnica mista, tutte di grandi dimensioni, che raccontano la bellezza spesso dimenticata dei borghi del Sud, interpretata attraverso una pittura potente, emotiva e contemporanea. Le opere raccontano un Sud diverso: non quello da cartolina, ma quello dei borghi dimenticati, dei castelli immersi nei boschi, delle valli interne che resistono allo spopolamento. Un intenso intreccio tra arte e passato storico, sottolineato dalla presenza di antichi reperti archeologici databili tra il VI e il IV secolo a.C. Il Museo dell’antica Volcei custodisce, tra l’altro, l’importante mosaico pavimentale della Sala del Banchetto del Santuario di Ercole e Mefite – il più antico dell’Italia peninsulare – e un’iscrizione tardo-romana che ricorda un fisikos, medico guaritore che utilizzava il vino come rimedio terapeutico. Un ponte ideale tra passato e presente. “Queste opere nascono da una necessità viscerale: restituire luce a luoghi che mi abitano da sempre. I borghi del Cilento, le montagne degli Alburni, le valli del Sele e del Tanagro sono molto più di scenari naturali: sono la mia educazione sentimentale, le prime immagini impresse nella memoria, il suono dei silenzi, delle pietre, dei tramonti che nessuno guarda. Dipingere questi luoghi non è nostalgia: è un atto di presenza. Portarli in un museo come quello di Buccino, carico di memoria storica e stratificazioni culturali, significa farli dialogare con il passato e aprirli al futuro”, racconta Fernando Mangone, che nelle sue tele intreccia antichità e modernità in una fusione di linguaggi visivi capace di superare i confini del tempo. L’iniziativa si inserisce in una visione più ampia che la Fondazione FAM ETS porta avanti da anni: utilizzare l’arte come strumento di rigenerazione culturale e sociale. La mostra fa parte di un programma volto a valorizzare le aree interne come poli di produzione culturale permanente, capaci di attrarre artisti, visitatori e nuove idee. “Quello che stiamo costruendo è un laboratorio a cielo aperto, un ecosistema creativo in cui arte e territorio si contaminano reciprocamente. Questa mostra è molto più di un evento espositivo: è un gesto di restituzione, un modo per riportare lo sguardo là dove nessuno guarda più. La Fondazione FAM ETS nasce con l’intento di creare connessioni tra comunità, artisti e luoghi marginali. Con il lavoro di Mangone, questi luoghi non solo vengono narrati, ma riacquistano dignità e visibilità, diventano immaginabili e desiderabili”, afferma Anna Coralluzzo, presidente della Fondazione. La scelta del Museo Archeologico di Buccino come sede non è casuale. Custode delle tracce dell’antica Volcei e simbolo dell’eredità culturale lucana e romana, il museo diventa il luogo in cui le opere di Mangone instaurano un dialogo potente e fluido tra archeologia e contemporaneità. Un incontro tra epoche che dimostra ancora una volta la capacità dell’arte di unire passato e presente in un linguaggio universale. (gci)
A FORTE DEI MARMI (LU) “IL SOVRAPPOSIZIONISMO” DI FABIO CASTAGNA
Il Museo Ugo Guidi – MUG di Forte dei Marmi (LU), per la 204esima mostra, presenta la mostra di Fabio Castagna dal titolo “Il Sovrapposizionismo – The Superimpositionism”, visitabile fino al 29 agosto. Come si legge nel comunicato dell’esposizione: “Il Sovrapposizionismo vuole essere una nuova corrente pittorica che intende rappresentare la realtà attraverso una nuova concezione visiva delle sue forme mostrando, in chiaro, la sovrapposizione delle linee, degli oggetti e di tutto ciò che ci circonda. Il Sovrapposizionismo, infatti, cerca di svelare ai nostri occhi gli aspetti oggettivi, le prospettive e le fughe visive che la realtà ci nasconde e cioè, quello che la sovrapposizione degli oggetti e di tutte le cose, che fanno parte della nostra quotidianità ci impediscono di vedere, che noi quindi non vediamo ma intuiamo, perché è la natura della realtà stessa ad impedircelo, ma in realtà sappiamo che esistono, e quindi che sono reali. Ultimo, ma non meno importante, elemento è rappresentato dalle ombre, anch’esse non completamente visibili nella realtà e quindi, ulteriore elemento esplorativo. Cerca di andare oltre la realtà del visibile, esplorando la visione reale del reale, eliminando tutti gli impedimenti visivi che possano impedire questo nuovo aspetto della realtà mostrandoci, infine, una nuova faccia della stessa fino ad ora inesplorata. In poche parole, la teoria che sta dietro le mie opere è la risposta ad una domanda che mi sono posto, e cioè: noi diciamo sempre di vivere nel mondo reale... ma, siamo proprio sicuri di vivere in un mondo reale? In realtà, se ci pensate, la risposta non può essere che NO, perché, in realtà noi non viviamo in un mondo reale ma bensì parziale, o meglio in un mondo fatto di tante parzialità dove è la realtà stessa a nasconderci la realtà, anche se noi abbiamo l’intuizione completa di essa, anche se non riusciamo a vederla completamente. Quindi, mi sono detto... se veramente diciamo di vivere in un mondo reale, allora facciamola vedere completamente questa ‘reale visione della realtà’, eliminando tutte le sovrapposizioni che la natura stessa della realtà ci pone”. (gci)
A MILANO LA COLLETTIVA “TRAVELOGUES – DIARI DI VIAGGIO”
Galleria Vik Milano presenta “TRAVELOGUES – Diari di viaggio”, una collettiva che riunisce una generazione di artisti italiani attivi tra gli anni Novanta e il primo decennio del Duemila, cresciuti nel contesto di una rinnovata attenzione per la pittura come linguaggio critico e come sguardo sul reale. In quegli anni, nel pieno della stagione postmoderna, la pittura figurativa tornava a essere centrale nel dibattito artistico, rielaborando in chiave contemporanea, com’è accaduto in altri ambiti, dal cinema alla letteratura, i grandi generi della tradizione – dal ritratto al paesaggio alla natura morta – e trovando nuovo slancio attraverso esperienze collettive come quella dell’Officina Milanese, che riuniva alcuni tra gli artisti più attenti alla rielaborazione del paesaggio come forma di identità visiva e simbolica. “TRAVELOGUES” si inserisce dunque all’interno di questa linea di ricerca, di cui Alessandro Riva, curatore della mostra, è stato uno dei principali interpreti critici. Lo testimoniano i moltissimi progetti espositivi di quegli anni, incentrati sul rapporto tra genere tradizionale e sperimentazione, di cui Sui Generis – La ridefinizione del genere nella nuova arte italiana, tenutasi al PAC di Milano nel 2000, che indagava proprio la trasformazione e il superamento dei generi classici nella pittura contemporanea, è stato uno dei più importanti. A distanza di vent’anni, questa nuova mostra propone una riflessione aggiornata sul tema del viaggio e sul ruolo del paesaggio – reale, mentale, simbolico – nell’opera di dodici artisti italiani, in un’epoca in cui il paesaggio stesso sembra essersi dissolto. Negli ultimi decenni, infatti, il paesaggio – inteso come spazio fisico e culturale dotato di forma, memoria e identità – ha subito una trasformazione profonda, fino quasi a svanire. L’urbanizzazione diffusa, la perdita dei confini tra città e campagna, la proliferazione di strutture anonime e funzionali hanno generato un territorio ibrido e indistinto. A questa mutazione concreta si è affiancata una smaterializzazione percettiva: il paesaggio non è più vissuto come esperienza diretta e continua, ma come flusso frammentato di immagini, mediate da schermi e dispositivi digitali. In questo scenario, la pittura assume un ruolo di resistenza e di ricostruzione simbolica. Gli artisti in mostra ripensano il paesaggio non più come semplice rappresentazione del reale, ma come spazio mentale, affettivo, culturale; come diario interiore da ricostruire attraverso lo sguardo, la memoria, l’immaginazione. Dal rigore geometrico e stilizzato della Milano di Marco Petrus, alle montagne fluide e sospese in un’atmosfera fuori dal tempo di Velasco Vitali e Alessandro Busci; dalla “supernatura” di Massimiliano Alioto, dove elementi naturali e artificiali si fondono in una visione organica e straniante, alle grandi capitali reinterpretate con lo sguardo misurato e luminoso del neo vedutismo di Aldo Damioli; dalle campagne e marine rarefatte fino al limite dell’informale di Giovanni Frangi e Alessandro Papetti, alle campagne metafisiche e primitive di Enrico Lombardi; dalle vedute tra modernità e arcaismo di Luca Pignatelli, alla New York vertiginosa di Bernardo Siciliano, fino ai nuovi esotismi interiorizzati di Andrea Zucchi, il paesaggio – per tutti – si fa luogo complesso di osservazione e proiezione, geografia e memoria, realtà e costruzione mentale. Unico scultore in mostra, Paolo Cassarà concentra invece il proprio sguardo non sul paesaggio esteriore, ma su quello interiorizzato nei corpi e negli sguardi delle sue viaggiatrici contemporanee: figure femminili inquiete, frettolose, un po’ nevrotiche, che attraversano spazi reali e mentali con la stessa tensione frenetica che caratterizza il nostro tempo. “TRAVELOGUES – Diari di viaggio” propone così un itinerario fatto di sguardi, stratificazioni e memorie, in cui il viaggio non è solo spostamento fisico, ma esercizio di visione. Un omaggio alla pittura come forma di resistenza e alla sua capacità di evocare, ancora oggi, una possibile geografia del senso. (gci)
“ARCHITECTURAL AND DESIGN LANDSCAPES”: LA GALERIE NEGROPONTES A VENEZIA
Dal 5 settembre al 22 novembre, la Galerie Negropontes di Venezia presenta l'esposizione “Architectural and Design Landscapes”, in occasione della sua prima partecipazione alla Venice Design Biennal. Allestita nella suggestiva cornice della Palazzina Masieri, la mostra si sviluppa sui tre piani. Al secondo piano, le opere di Maison Matisse dialogano con i gioielli d’artista ispirati ai temi dei miti e del surrealismo, firmati dagli artisti rappresentati dalla galleria. Al primo piano, cinque opere in vetro di Perrin & Perrin arricchiscono il percorso espositivo in sinergia con la Venice Glass Week. “Architectural and Design Landscapes” è presentata in parallelo alla mostra “Architectural Landscapes”, concepita per la diciannovesima Biennale di Architettura e inaugurata lo scorso 17 aprile. Per l’occasione, nuove opere di Étienne Moyat completano l’esposizione, offrendo uno sguardo nuovo sull'universo dell'artista. (gci)
PER “IMPRONTE” ARRIVA L’ESPOSIZIONE “GRAFIE” DI ROBERTO GHEZZI
Si rinnova l’appuntamento con “Impronte”, la rassegna culturale creata e sostenuta da Giovanni Favero e Rosy Toma, con la direzione artistica di Enrico Ruggeri, che intreccia le arti in una formula originale e coinvolgente. Giunta alla sua quinta edizione, la manifestazione si svolgerà dal 3 al 7 ottobre per la prima volta nell’elegante Villa Ghirlanda Silva, dimora del XVII secolo nel cuore di Cinisello Balsamo (Milano). Nell’ambito della rassegna, si terrà dal 4 al 26 ottobre la mostra di Roberto Ghezzi “Grafie. Ghiaccio, luce e tempo”, curata e allestita dall’architetto Rosy Toma nella cornice delle sale delle Quadrerie di Villa Ghirlanda Silva. “Grafie” mette in mostra due serie di lavori fotografici: The Greenland Project, realizzato in Groenlandia, e The Mountains’s Eyes, frutto di una spedizione per l’Annapurna, una delle cime più alte dell’Himalaya, nel Nepal. In entrambi i progetti, il processo di creazione è parte integrante del risultato finale, come forma di indagine che intreccia arte, scienza e natura. La natura imprime, nelle opere di Ghezzi, la sua scrittura come un’impronta. Classe 1978, nato a Cortona (Arezzo), Roberto Ghezzi comincia la sua formazione nello studio di scultura di famiglia e si perfeziona all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tutta la sua produzione è fondata sul profondo interesse per il paesaggio naturale che egli indaga attraverso la rappresentazione pittorica e sperimentazioni “sul campo”. L’artista crea con la natura, ma, al tempo stesso sovraintende ad ogni fase della creazione: dalla determinazione delle variabili iniziali, al fattore tempo, fino alla forma finale. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo: da Tunisi a Oslo, da Creta a Skopje. La mostra “GRAFIE. Ghiaccio, luce e tempo” sarà accompagnata da una colonna sonora di ambient music realizzata da Fulvio Muzio e Silvio Capeccia, all’interno di un progetto di psicoacustica che ha ottenuto significativi riconoscimenti anche in ambito accademico. L’inaugurazione della mostra si terrà il 4 ottobre alle ore 16.30, nella Sala degli Specchi, alla presenza dell’artista. “È un piacere e un onore per noi ospitare a Cinisello Balsamo, all’interno della cornice della prestigiosa rassegna Impronte, la mostra dedicata al lavoro di Roberto Ghezzi, dove la Natura è protagonista. Un artista di rilievo nel panorama contemporaneo, che valorizza con le sue opere la seicentesca Villa Ghirlanda Silva, offre alla comunità un’occasione preziosa di incontro con l’Arte e la Scienza”, afferma Giacomo Ghilardi, sindaco di Cinisello Balsamo. Durante la rassegna “Impronte” sarà possibile partecipare ad alcune visite guidate a Villa Ghirlanda Silva: dal cortile d'onore alle sale e camere interne, fino al giardino all’inglese. La residenza, divenuta di proprietà comunale dal 1974, ospita iniziative di rappresentanza, attività culturali e ricreative, e due importanti Istituzioni: la Civica Scuola di Musica intitolata a Salvatore Licitra e il Museo di Fotografia Contemporanea, con il suo rilevante patrimonio di immagini, che nel 2024 ha avviato una nuova fase di sviluppo e valorizzazione assumendo il titolo di Museo Nazionale, ampliando la sua attività di conservazione, esposizione e ricerca. Le visite guidate si inseriscono nel programma di attività di valorizzazione del complesso residenziale storico promosse dal Comune di Cinisello Balsamo nell'ambito della manifestazione "Ville Aperte in Brianza", sul cui portale è possibile reperire informazioni e iscriversi ai vari appuntamenti. “Impronte” ha mosso i suoi primi passi nella Basilica di San Celso di Milano, gioiello romanico-lombardo risalente a prima dell’anno Mille per poi proseguire per due edizioni al Teatro Filodrammatici. Da lì, edizione dopo edizione, ha saputo crescere e rinnovarsi, diventando un punto di riferimento per chi crede nella cultura come veicolo di consapevolezza e bellezza. (gci)
A SENIGALLIA (AN) L’ESPOSIZIONE INTERATTIVA “PICTURES OF YOU”
Fino al 31 agosto, a Senigallia (AN) presso Palazzetto Baviera (via Ottorino Manni,1), sarà allestita la mostra fotografica interattiva “PICTURES OF YOU”, un progetto di Henry Ruggeri e Rebel House in collaborazione con Chiara Buratti. La mostra è composta da fotografie scattate da Henry Ruggeri ad artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, AC/DC e tanti altri. Grazie alla tecnologia fornita dall’app Notaway®, inquadrando ogni fotografia, appariranno direttamente sul telefono dei visitatori in realtà aumentata i contributi video che erano stati realizzati appositamente da Massimo Cotto, tra le voci di più amate di Virgin Radio e protagonista della storia del giornalismo musicale. In questo modo lo spettatore potrà non solo ammirare le fotografie, ma conoscere curiosità e aneddoti degli artisti ritratti grazie allo storytelling unico del grande giornalista. La mostra, patrocinata dal Comune di Senigallia, è stata realizzata con il contributo di Fastweb Store di via Bonopera 59, Fastweb Store di via Nicola Abbagnano 7 (c/o Il Molino Shopping Center) e Vodafone Store di Corso II Giugno 8. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune nell’ambito di Senigallia Città della Fotografia. “PICTURES OF YOU” vede la collaborazione di Chiara Buratti, moglie di Massimo Cotto, per rendere omaggio al contributo straordinario che Cotto ha dato alla scena musicale internazionale. Un tributo innovativo che fonde passato e futuro, unendo memoria e tecnologia per mantenere viva l’eredità di un grande narratore della musica. Tra le iniziative del progetto “PICTURES OF YOU” anche l’omonimo libro interattivo, edito da Gallucci Editore, in cui sono presenti 120 fotografie di Henry Ruggeri. “Eravamo sul palco di Imola prima del concerto degli AC/DC – dichiara Ruggeri – e lui invece di essere emozionato perché avrebbe dovuto parlare davanti a 100.000 persone mi dice che gli sarebbe piaciuto collaborare con me. Poi ha affrontato il pubblico come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ci ho messo nove anni per trovare un progetto all’altezza della sua grandezza e a lui l’idea è piaciuta un sacco. Ricorderò per sempre quella giornata, ricorderò per sempre Massimo. W Massimo”. “Città dopo città sono davvero tante le persone che stanno entrando in contatto con il progetto PICTURES OF YOU – afferma Mattia Priori, direttore creativo di Rebel House – e proprio come c’eravamo immaginati il pubblico ci sta accogliendo ovunque andiamo con grandissimo entusiasmo. A Senigallia ci fermeremo un po' più del solito e applicheremo un format espositivo evoluto che prevede anche eventi speciali in tutta la città, stay tuned”. Henry Ruggeri ha iniziato a “ritrarre la musica” nel 1988 spacciandosi per fotografo professionista per conoscere i suoi idoli: i Ramones. Da quel giorno non ha più smesso. Oggi è il fotografo ufficiale di Virgin Radio e uno dei più seguiti fotografi “live” della scena musicale italiana (oltre 160.000 followers nei suoi profili social). Tra i gruppi fotografati troviamo Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Madonna, Guns N’ Roses, Muse, AC/DC, Ramones, REM, Kiss, U2 e tanti altri. Dal 2014 sta portando in giro per l’Italia una raccolta di foto e memorabilia che raccontano la sua carriera trentennale passata nei pit degli eventi rock più importanti avvenuti nel nostro paese. Ad oggi le mostre fatte sono oltre 50 con esibizioni in città come Napoli, Palermo, Roma, Cosenza, Treviso, Milano, Bassano Del Grappa, Taranto, Londra e Los Angeles. Rebel House è un’impresa creativa costituita da Mattia Priori e Serena Pierfranceschi, che dopo anni di attivismo volontario in ambito culturale, hanno sentito l’esigenza di dedicare più tempo e attenzione a un settore con un valore potenziale importante e troppo poca cura dedicata. Nasce così una vera e propria azienda che produce eventi culturali, e che vanta all’attivo numerosi concerti e un festival di musica indie rock realizzato nell’entroterra marchigiano. La novità appena introdotta in Rebel House consiste poi nel declinare la forma delle sue attività in servizi e funzioni propri di un’agenzia creativa. Grazie alla nuova sede operativa di Fano, le proprie competenze di sviluppo, promozione e organizzazione di eventi culturali, sono messe a servizio di aziende, enti pubblici o privati, a cui si aggiungono le attività di comunicazione e brand identity aziendale, per valorizzare ciascun contenuto specifico e significativo. (gci)
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