Tra gli ex beneficiari del reddito di cittadinanza i dati indicano un aumento dell’occupazione. “E’ frutto di più fattori: un ciclo economico positivo, strumenti di attivazione più mirati e controlli più stringenti” spiega il presidente dell’Inps Gabriele Fava in una intervista a La Verità. “Il reddito ha svolto una funzione di protezione, ma ha mostrato anche limiti strutturali. Per questo abbiamo spostato il baricentro: prima verifiche, poi erogazione, interoperabilità delle banche dati, verifiche ex ante e cooperazione con Gdf e Carabinieri, così che le risorse arrivino a chi ne ha realmente diritto”. In particolare “tra gli ex percettori di reddito che non hanno chiesto l’Adi (assegno di inclusione, ndr) o Sfl (supporto formazione lavoro, ndr) l’occupazione è salita dal 18% di fine 2022 al 30% di fine 2024: da circa 100.000 a oltre 161.mila persone nel biennio. Anche tra chi ha fatto domanda ma senza sostegno economico, il tasso è salito dal 18% al 27%. E’ la prova che le politiche di attivazione e controlli mirati producono effetti concreti”. Inoltre Fava sottolinea che sul fronte delle pensioni “L’Inps è un salvadanaio sicuro: restituisce i contributi e garantisce 470 prestazioni tra previdenza, assistenza e welfare, un unicum internazionale. Ma la sfida demografica è il nodo cruciale del nostro tempo. Senza più giovani e senza politiche inclusive per donne e nuove famiglie, la base contributiva si restringe”. Inoltre evidenzia che “negli ultimi anni metà della nuova occupazione è stata sostenuta da lavoratori stranieri, che oggi rappresenta quasi il 14% del totale: non un’emergenza, ma una risorsa. Il punto non è se accogliere o no, ma come integrare e formare. Serve un’immigrazione qualificata e governata, capace di rispondere ai bisogni reali del sistema produttivo e del welfare”. Fava evidenzia anche l’importanza della previdenza complementare per integrare la pensione pubblica e rafforzare l’economia reale. (23 ago - red)
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