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GAZA: ATTACCO IDF A OSPEDALE
TRA LE VITTIME 5 GIORNALISTI

 GAZA: ATTACCO IDF A OSPEDALE <br> TRA LE VITTIME 5 GIORNALISTI

Almeno venti civili palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti nelle scorse ore nell'attacco israeliano al complesso medico Nasser a Khan Yunis. Tra le vittime del doppio attacco figurano giornalisti, medici e operatori della protezione civile accorsi per soccorrere i feriti dopo il bombardamento iniziale. Cinque i giornalisti uccisi: Hossam al-Masry, fotoreporter della Reuters, il cameraman di Al Jazeera Mohammed Salama, Maryam Abu Daqqa, che collaborava con diversi media tra cui l'Associated Press, Moaz Abu Taha e Ahmed Abu Aziz, che lavorava per la Quds Network e altri media. In precedenza, l’agenzia Wafa aveva reso noto che almeno nove civili sono morti in diversi attacchi dell'Idf, tra cui cinque membri di una famiglia nel bombardamento di una casa nella zona di al-Karameh, a nord-ovest di Gaza City. "L'uccisione di giornalisti a Gaza dovrebbe sconvolgere il mondo, non spingendolo a un silenzio attonito, ma ad agire, chiedendo responsabilità e giustizia", ha dichiarato la portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani, Ravina Shamdasani, in una nota, ribadendo: "I giornalisti non sono un bersaglio. Gli ospedali non sono un bersaglio". “Abbiamo ricevuto segnalazioni di due attacchi al Complesso medico Nasser, che hanno causato la morte di almeno 20 persone, tra cui quattro operatori sanitari e cinque giornalisti. Altre cinquanta persone sono rimaste ferite, tra cui pazienti in condizioni critiche che stavano già ricevendo cure – scrive su X Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità - L'edificio principale dell'ospedale, che ospita il pronto soccorso, il reparto di degenza e l'unità chirurgica, è stato colpito. L'attacco ha danneggiato la scala di emergenza. Mentre la popolazione di Gaza soffre la fame, il suo già limitato accesso all'assistenza sanitaria è ulteriormente paralizzato da ripetuti attacchi. Non possiamo ripeterlo abbastanza forte: stop agli attacchi all'assistenza sanitaria. Cessate il fuoco ora!”. In una dichiarazione congiunta, i presidenti nazionali dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, affermano: “Ancora un raid mirato su un ospedale, ancora professionisti sanitari, pazienti e giornalisti uccisi dall’esercito israeliano, per giunta con un drone di precisione e con un doppio colpo. Ormai il massacro di civili non ha più limiti, come non ci sono più limiti nel colpire sia i giornalisti che il personale medico, entrambi impegnati a garantire diritti umani internazionali come quello alla salute e quello all’informazione.  Occorre mettere fine a queste uccisioni indiscriminate, la comunità internazionale non può limitarsi a parole di condanna di circostanza. E’ necessario garantire l’agibilità della stampa, permettendo anche l’accesso in sicurezza a quella internazionale, e consentire ai medici di svolgere il loro mestiere, quello di salvare vite umane”. Intanto, come riporta il quotidiano israeliano Haaretz, l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato gli sforzi del Libano per il disarmo di Hezbollah entro la fine del 2025 e si è offerto di ridurre la presenza israeliana in Libano se il disarmo verrà attuato.  In un post su X, l'ufficio del Primo Ministro ha affermato di riconoscere "il significativo passo compiuto dal governo libanese", definendolo "un'opportunità cruciale per il Libano di rivendicare la sovranità e ripristinare l'autorità delle sue istituzioni statali". "Alla luce di questo importante sviluppo, Israele è pronto a sostenere il Libano nei suoi sforzi per disarmare Hezbollah e a lavorare insieme per un futuro più sicuro e stabile per entrambe le nazioni". Invece, il capo di Hezbollah Naim Qassem afferma che il decreto del governo libanese di rimuovere le armi del gruppo è un grave errore, preso in base ai diktat israeliani. "Se questo governo continua così, non potrà avere la sovranità del Libano a meno che non ritratti la sua decisione". Qassem ha anche ribadito che Hezbollah non rinuncerà alle sue armi. "La resistenza rimarrà una forte barriera che impedirà a Israele di raggiungere i suoi obiettivi, e Israele non sarà in grado di rimanere in Libano o di realizzare il suo progetto espansionistico attraverso il Libano", ha aggiunto Qassem. (Roc)

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