L'Italia e la Germania, tradizionalmente accoppiate da destini calcistici, sono probabilmente guidate in questi anni oltre che da una comune e travolgente trasformazione politica verso destra, da congiunzioni astrali nefaste. La Germania emette un mandato di cattura internazionale contro tale Almasri, torturatore, stupratore, aguzzino nei lager libici e l'Italia "incautamente" lo arresta, dopo una serata di evasione allo stadio di Torino, e subito lo riporta a casa, ignominiosamente, a continuare i suoi delitti, con un volo di Stato, lasciandolo fotografare sorridente sulla scaletta dell'aereo.
In questi giorni è stato reso pubblico un filmato nel quale "il loro" (stavolta la tastiera si rifiuta di scrivere "il nostro") ammazza a pugni un essere umano. Lo sdegno dovrebbe essere automatico, generale e senza commento, perché non esistono più parole idonee. Non succede: la stoltezza, che si identifica in alcuni col loro cervello, minimizza, perché si tratterebbe di un fatto pregresso.
L'altra sfortuna (forse la nostra Patria non ha più lo Stellone) è l'arresto di un altro personaggio, stavolta criminale presunto, mentre prende il sole sulla riviera romagnola. Con mandato di cattura tedesco per aver, presumibilmente, guidato il gruppo di sabotatori ucraini del gasdotto Nord Stream che, tra l'altro, era costato il buon nome all'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che dopo aver ben operato in patria, si era messo al servizio, lautamente pagato, del cugino Vladimir Putin: lui era socialdemocratico, questi comunista. L'attentato rese molto caro il gas per noi europei e rimpinguò il portafogli degli speculatori finanziari alla Borsa di Amsterdam.
I telegiornali informano che i giudici procedono giustamente cauti: se le prime notizie sono vere, la gatta da pelare per la ducetta, come la chiama Dagospia, stavolta sarà davvero ostica. L'Italia diventa l'epifania di una clamorosa bugia: Volodymyr (Zelens'ky) aveva sempre affermato che a sabotare il gasdotto Nord Stream erano stati i diabolici russi. Noi europei saremmo costretti ad ammettere che stiamo impegnandoci per colui che ci ripaga con clamorose menzogne, oltre che a rendere quattro volte più caro il gas che consumiamo.