Aveva 27 anni ed era originario di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, il ragazzo trovato morto ieri sera con indosso una maschera antigas, davanti al suo computer. A trovarlo e a chiamare i soccorsi, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, sono stati i suoi genitori. Alla maschera indossata dal giovane era collegata una bomboletta di gas refrigerante, mentre sul suo corpo non sarebbero stati trovati segni di violenze o lesioni. Per il momento si pensa a un gesto volontario e non si esclude la possibilità che il web designer 27enne sia rimasto vittima di una delle varie “challenge” diffuse sui social, anche se al momento non sono emersi elementi a sostegno di questa ipotesi. Sui social sono infatti tante le “sfide” che nascono e diventano spesso virali: riproduzioni di azioni il più delle volte innocue, come balletti o scenette divertenti, a volte diffuse anche con scopi benefici. Era stato questo il caso della “Ice Bucket Challenge”, una campagna di marketing lanciata dalla Als Association con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo alla sclerosi laterale amiotrofica. Il fenomeno si era diffuso nell’estate del 2014 e aveva visto milioni di utenti, tra cui celebrità come Taylor Swift, David Beckham e Leonardo Di Caprio, versarsi addosso una secchiata di cubetti di ghiaccio e rilanciare la sfida, riuscendo a raccogliere, secondo i dati ufficiali diffusi dalla ALS Association, oltre cento milioni di dollari in tutto il mondo. Ma sui social esisterebbero anche altre sfide, considerate “estreme” e che consisterebbero nel mettere in atto azioni estremamente pericolose e potenzialmente fatali: “BlackOut Challenge e Hanging Challenge, ad esempio, sono nomi di presunte sfide in cui si prevede che ‘il partecipante’ stringa una cintura attorno al collo e resista il più possibile”, spiega Save the Children, che però precisa che “Non ci sono evidenze ancora della presenza in TikTok (o in altri social) di questo fenomeno e quanto sia effettivamente diffusa” e che “Ad oggi si conosce poco della reale correlazione tra casi di suicidio e la partecipazione a una challenge”. Intanto, lo scorso febbraio il social network TikTok è stato citato in giudizio dai genitori di quattro adolescenti britannici che, secondo l’accusa, sarebbero morti nel 2022 proprio a causa della “BlackOut Challenge”. E ancora TikTok è stato sanzionato a dicembre 2024 dalla Corte Suprema di Giustizia del Venezuela per dieci milioni di dollari (più di 9,6 milioni di euro) per non aver adottato le misure adeguate a fermare le “challenge”, che possono essere pericolose per chi vi prende parte. (25 ago-mol)
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