E’ stata accolta con una standing ovation la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla giornata conclusiva del Meeting di Rimini. Durante la presentazione del suo intervento, il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, ha ringraziato la premier per il lavoro svolto dal governo. Meloni si è alzata visibilmente commossa, salutando e ringraziando il pubblico che le ha tributato un lungo applauso. Un inizio che ha dato il tono a un discorso ampio, nel quale la premier ha toccato i grandi scenari internazionali e le sfide interne, ribadendo la necessità di “ricostruire con mattoni nuovi” la politica italiana. Sul conflitto in Ucraina, Meloni ha riaffermato la linea dell’esecutivo: “Abbiamo sempre sostenuto che la chiave di volta per ogni percorso di pace fosse l’attivazione di robuste garanzie di sicurezza per l’Ucraina, capaci di prevenire nuove guerre e nuove aggressioni”. Ha ricordato che la proposta italiana “basata su un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato è attualmente la principale sul tavolo”. Quanto alla crisi in Medio Oriente, la premier ha sottolineato: “Non abbiamo esitato un solo minuto nel sostenere il diritto alla sicurezza e all’autodifesa di Israele dopo il massacro del 7 ottobre. Ma non possiamo tacere di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità, mietendo troppe vittime innocenti”. Ha inoltre condannato “l’ingiustificabile uccisione di giornalisti a Gaza, un inaccettabile attacco alla libertà di stampa”. Ampio spazio è stato riservato all’immigrazione, con la rivendicazione dei risultati ottenuti: “Abbiamo abbattuto drasticamente gli ingressi irregolari e, soprattutto, ridotto il numero di morti e dispersi in mare”. Meloni ha ribadito: “Ogni tentativo di impedirci di governare questo fenomeno con serietà e determinazione sarà rispedito al mittente. Non c’è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di far rispettare la legge dello Stato italiano, di garantire la sicurezza dei nostri cittadini, di combattere gli schiavisti del terzo millennio e di salvare vite umane”. Sul piano interno ha ricordato il modello Caivano e gli investimenti nella prevenzione delle dipendenze: “La droga fa schifo, distrugge la vita, ti promette qualcosa che non può darti e mentre lo fa ti riduce a uno schiavo. Ma chi cade nella dipendenza non è perduto, perché lo Stato oggi è al fianco delle comunità di recupero”. Un altro punto centrale è stato quello della denatalità: “Il declino non è l’unico scenario possibile. Combattere quel declino è la nostra scelta”. Ha annunciato, insieme al ministro Matteo Salvini, un piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie e ha ricordato misure già varate, tra cui “benefici netti per le famiglie per oltre 16 miliardi di euro nel 2024” e l’asilo nido gratuito per il secondo figlio. Ha inoltre respinto la maternità surrogata: “Non c’è nulla di moderno nell’affittare l’utero di una donna povera, nel privare per legge un bambino della figura del padre o della madre. Solo l’ignoranza può sostenere queste tesi deliranti e con l’ignoranza non si può costruire nessuna modernità”. In chiusura, Meloni ha parlato delle riforme istituzionali, con un focus sulla giustizia: “Andremo avanti sulla riforma della giustizia nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare”. Ha ribadito che l’obiettivo non è “sottomettere il potere giudiziario al potere politico, ma rendere la giustizia più efficiente per i cittadini e meno condizionata dalla mala pianta delle correnti politiche e dei pregiudizi ideologici, per liberarla dalla politica”. (alp)
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