È iniziata a Parigi la riunione della Coalizione dei Volenterosi. Accanto al presidente francese Emmanuel Macron e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto ieri nella capitale francese, siedono i primi ministri di Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Polonia e Spagna, insieme al presidente finlandese Alexander Stubb. Presenti all’Eliseo anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa. In collegamento video interverranno il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il premier britannico Keir Starmer e i leader di Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Svezia, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Irlanda, Portogallo, Grecia, Cipro, Croazia, Slovenia, Albania e Montenegro. Alla riunione partecipano inoltre il premier canadese Mark Carney, il giapponese Shigeru Ishiba, l’australiano Anthony Albanese e il neozelandese Christopher Luxon. L’Austria è rappresentata dalla ministra degli Esteri Beate Meinl-Reisinger, l’Islanda dalla ministra Karin Gunnarsdóttir e la Turchia dal vicepresidente Cevdet Yılmaz. Come reso noto dal canale ufficiale dell’Eliseo su X, gli arrivi delle delegazioni – in totale 33 Paesi rappresentati al vertice – sono cominciati alle 10:30. Uno dei primi ad arrivare è stato l’inviato speciale del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff. Alle 10:45 l’Eliseo ha annunciato l’apertura ufficiale dei lavori. Witkoff ha preso la parola davanti ai capi di Stato e di governo e ha poi lasciato il vertice circa 45 minuti dopo per altri impegni. Secondo quanto si apprende, tornerà all’Eliseo per partecipare alla telefonata con il presidente Trump. In agenda anche un incontro a Parigi con la delegazione ucraina guidata da Zelensky.
Intanto ieri, ricevendo a Parigi Zelensky, Macron ha ribadito che, dopo un lungo periodo di lavoro preparatorio “completato”, gli europei sono “pronti” a “fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina e agli ucraini, il giorno in cui verrà firmato un accordo di pace”. “L'Europa è lì, per la prima volta con questo livello di impegno e intensità”, ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo. “I contributi preparati, documentati e confermati questo pomeriggio a livello di ministri della Difesa in modo estremamente riservato mi consentono di affermare che questo lavoro preparatorio è completato. Ora sarà approvato politicamente e ci consente in modo solido di affermare che siamo pronti per una pace solida e duratura per l'Ucraina e per gli europei”. “La questione ora – ha aggiunto Macron - è conoscere la sincerità della Russia e i suoi impegni successivi quando ha proposto la pace agli Stati Uniti d'America”.
“Purtroppo – ha affermato da parte sua Zelensky - non abbiamo ancora visto alcun segnale da parte della Russia che voglia porre fine alla guerra”. Più o meno nelle stesse ore, dall’altra parte dell’oceano, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato l’ennesimo appello al suo omologo russo, Vladimir Putin: “Lui sa dove mi trovo... A seconda della decisione che prenderà, sarò felice o infelice, e se non saremo felici, succederà qualcosa”, ha detto durante un incontro con il presidente polacco Karol Nawrocki alla Casa Bianca. Intanto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ribadito questa mattina con forza che la Russia ritiene che le garanzie di sicurezza richieste dal presidente ucraino siano “assolutamente inaccettabili”. “Queste non sono garanzie di sicurezza per l'Ucraina, sono garanzie di pericolo per il continente europeo”, ha dichiarato ai giornalisti durante una conferenza economica a Vladivostok, nell'Estremo Oriente russo. Zakharova ha inoltre aggiunto che “La Russia non ha alcuna intenzione di discutere di un intervento straniero in Ucraina, che sarebbe fondamentalmente inaccettabile e comprometterebbe qualsiasi forma di sicurezza, in qualsiasi forma o formato”. (4 SET - deg)
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