La Commissione Europea ha confermato venerdì pomeriggio di aver inflitto una sanzione di 2,95 miliardi di euro a Google per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato delle tecnologie pubblicitarie. L'impresa Usa avrebbe distorto il mercato della pubblicità online favorendo i propri servizi a scapito dei concorrenti, degli inserzionisti e degli editori online, ha affermato la Commissione. Secondo la Ue, il fatto che l'azienda abbia un settore dedicato alla ricerca e possieda varie parti dell'ecosistema della pubblicità digitale, compreso il software che sia gli inserzionisti che gli editori devono utilizzare per acquistare annunci online, crea conflitti di interesse che la DG Concorrenza ha definito "intrinseci”. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea Teresa Ribera, responsabile dell'Antitrust, ha dichiarato che spetta ora a Google "presentare una soluzione seria per risolvere i suoi conflitti di interesse e, se non lo farà, non esiteremo a imporre misure correttive severe”. La normativa prevede un periodo di 60 giorni entro i quali Google dovrà comunicare alla Commissione come intende risolvere il conflitto di interessi e porre rimedio al presunto abuso. Tra le varie soluzioni evocate, anche la cessione delle attività "adtech di Google", ipotesi che pare trovare il consenso della Commissione anche se, si fa sapere a Bruxelles, la DG Concorrenza “desidera prima ascoltare e valutare la proposta di Google”. Secondo fonti autorevoli, la decisione contro il gigante americano sarebbe pronta dall'inizio della settimana, ma le pressioni del commissario europeo al Commercio per ritardare la decisione, a causa delle continue minacce tariffarie del presidente degli Stati Uniti, l'avrebbero fatta slittare ad oggi.
E sulla sentenza si è abbattuta l'ira del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che minaccia nuovi dazi contro l'Europa
Trump minaccia nuovi dazi nei confronti dell'Europa.
“Oggi l’Europa ha colpito un’altra grande azienda americana, Google, con una multa di 3,5 miliardi di dollari, sottraendo di fatto denaro che altrimenti sarebbe andato a investimenti e posti di lavoro americani”,scrive Trump su Truth. “Questo si aggiunge alle numerose altre multe e tasse emesse contro Google e altre aziende tecnologiche americane, in particolare. Davvero ingiusto, e il contribuente americano non lo tollererà! Come ho già detto, la mia Amministrazione non permetterà che queste azioni discriminatorie vengano mantenute. Apple, ad esempio, è stata costretta a pagare 17 miliardi di dollari di multa che, a mio parere, non avrebbe dovuto essere inflitta: dovrebbero riavere indietro i loro soldi!”.
“Non possiamo permettere che questo accada alla brillante ingegnosità americana e, se ciò dovesse accadere, sarò costretto ad avviare un procedimento ai sensi della Sezione 301 per annullare le sanzioni ingiuste imposte a queste aziende americane”, ha concluso il tycoon riferendosi alla legge sui dazi.
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