Poco prima delle 19 di ieri, l'Assemblea nazionale francese ha inflitto quella che in Italia sarebbe stata definita una vera e propria “tranvata” a François Bayrou. Il Primo Ministro, che aveva chiesto la fiducia dei deputati, ha subito una sconfitta a dir poco cocente: 364 parlamentari hanno votato contro di lui, solo 194 a favore, ovvero molti meno di quanto previsti, anche se la sconfitta appariva comunque scontata. Una prima volta nella storia della Quinta Repubblica. Finora, nessun capo di governo aveva mai provocato la propria caduta chiedendo deliberatamente un voto di fiducia che era praticamente certo di perdere. Dopo nove mesi a Matignon, François Bayrou si aggiunge dunque alla lista dei primi ministri di breve durata di Emmanuel Macron. È il quarto a cadere in meno di due anni. Ed ora, ovviamente, tutti gli occhi sono puntati sull’inquilino dell’Eliseo. Dopo i fallimenti successivi di Michel Barnier e poi di François Bayrou, il capo dello Stato si ritrova senza un parafulmine a Matignon, in un momento di vulnerabilità in cui si intrecciano importanti crisi politiche, di bilancio e sociali.
Trenta minuti dopo il voto dell’Assemblea nazionale di ieri, l'Eliseo ha annunciato che il capo dello Stato incontrerà il primo ministro questa mattina per “accettare le dimissioni del suo governo” e nominerà il suo successore “nei prossimi giorni”. Una previsione, questa, tutt’altro che scontata.
Da parte sua Marine Le Pen, del gruppo parlamentare di estrema destra del Rassemblement National, ha dichiarato che le dimissioni di Bayrou rappresentano “la fine dell'agonia di un governo fantasma”. Le Pen, dichiarata colpevole a marzo di appropriazione indebita di fondi parlamentari europei tramite una truffa di falsi posti di lavoro e interdetta dalle elezioni per cinque anni, è scattata all’attacco affermando che Macron deve indire immediatamente elezioni parlamentari, anche se ciò significasse non potersi ricandidare per il suo seggio nel nord della Francia. Ha presentato ricorso contro la condanna e il processo d'appello inizierà a gennaio.
Dall’altra parte dell’arco parlamentare, i rappresentanti di sinistra, che hanno vinto il maggior numero di seggi alle elezioni dell'anno scorso, ma sono rimasti ben lontani dalla maggioranza assoluta, hanno lanciato un appello a Macron affinché nomini un premier del loro schieramento. (9 set - deg)
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