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METEO, ECCO L’ESTATE
CHE DURA 4 MESI

METEO, ECCO L’ESTATE <BR> CHE DURA 4 MESI

Prosegue il periodo altalenante con l’Italia divisa tra improvvisi acquazzoni e la rimonta dell’anticiclone. “Queste fasi tipiche delle settimane di passaggio tra una stagione e l’altra ci terranno compagnia anche nel prossimo fine settimana” spiega Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, spiegando che oggi potranno scoppiare dei temporali in particolare al Nord Est, mentre sul resto dell’Italia potremo godere di ampi spazi soleggiati. “Questa dicotomia – afferma - la ritroveremo anche in avvio del weekend, specie nella giornata di sabato 13 settembre quando un fronte instabile pilotato da un più vasto ciclone presente sul centro Europa scatenerà forti rovesci temporaleschi sulle regioni del Nord e sull’alta Toscana tra il pomeriggio e la sera. Domenica invece l’alta pressione riuscirà a rafforzarsi maggiormente sul bacino del Mediterraneo regalando una bellissima giornata di fine estate su tutta l’Italia con tanto sole e temperature massime fin verso i 28-30°C al Centro Sud e sulle due Isole Maggiori. Questa rinnovata stabilità con un caldo fuori stagione ci ricorda che le stagioni stanno cambiando rapidamente sotto l'impulso del cambiamento climatico. Anni fa la metà di settembre coincideva con i primi giorni di scuola e gli alunni già sfoggiavano felpa, jeans magari già tirando fuori il giubbotto per le mattine fresche. Ora invece sembra di essere ancora in piena estate: sole, caldo e abiti leggeri come se fosse fine agosto. A conferma di questa digressione modaiola ci sono i dati climatici appena pubblicati dal Cnr-Isac: l’estate 2025 si piazza al quarto posto (+1,51 °C rispetto alla media) tra le stagioni estive più calde di sempre dopo i casi sul podio del 2003, 2022 e 2024. Di fatto la stagione estiva dura ormai 4 se non 5 mesi all’anno. Eppure, molti l’hanno trovata meno estrema degli anni scorsi. Ma proprio questa percezione può essere pericolosa. Ed è qui che entra in gioco una vecchia metafora molto famosa, quella della rana bollita. Immaginiamo una rana messa in una pentola piena d’acqua fredda. All’inizio nuota tranquilla, si rilassa. Poi il fuoco sotto la pentola si accende. L’acqua si scalda lentamente, così lentamente che la rana non se ne accorge. Quando l’acqua diventa tiepida, lei continua a starci dentro, perché non le sembra poi così male anzi la trova piacevole. A poco a poco la temperatura sale ancora, l’acqua diventa calda, poi bollente… ma la rana è troppo stanca per reagire, troppo abituata al calore per rendersi conto del pericolo. E così, finisce bollita. Ecco, con il cambiamento climatico rischiamo di comportarci esattamente come quella rana. Ci stiamo abituando a estati sempre più calde, a temperature anomale che diventano la ‘nuova normalità’. Ma solo perché ci siamo abituati non vuol dire che vada tutto bene. Anzi: proprio l’abitudine ci fa abbassare la guardia. Abbiamo già visto anche nell’ultimo periodo che temperature più alte non significano solo ‘più caldo’. Con il calore in eccesso, aumenta anche l’evaporazione dell’acqua dai mari. Questo vuol dire che c’è più umidità nell’aria, più energia in circolo. E quando questa energia si scarica, lo fa spesso in modo violento: con grandinate improvvise, nubifragi e temporali estremi”. (12 ago - red)

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