Chi dice Trecchina dice un un comune italiano di poco più di 2000 abitanti della provincia di Potenza. Una piccola e verde località della Basilicata occidentale, fra Campania e Calabria, a pochi chilometri dalla splendida Maratea. Chi dice Trecchina dice però anche emigrazione. E dice Brasile. Dopo l’Unità d’Italia tanti furono infatti i trecchinesi emigranti, soprattutto verso Jequié: comune nello Stato di Bahia. Lì tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, arrivarono molte centinaia di emigranti, incoraggiati dal successo dei pionieri. E da Jequié, di conseguenza, arrivarono risorse economiche a Trecchina. Oggi Jequié è diventata la sesta città dello Stato di Bahia, con più di duecentomila abitanti. Di questo – e non solo – si è parlato ieri presso la Sala Stampa della Camera dei deputati che ha ospitato la conferenza “Dalla Basilicata al cuore del Brasile: la storia degli emigranti italiani che hanno fondato Jequié”. Al centro dell’incontro storie di partenze, di emigrazione vincente e di un festival – in programma ad ottobre - per “tenere vive le relazioni culturali” tra Italia e Brasile. “Quella dell’emigrazione da Trecchina in Brasile è una storia straordinaria e interessante” ha sottolineato in un video messaggio il deputato Pd Fabio Porta, eletto nella Circoscrizione estero - Ripartizione Sud America e membro della Commissione Esteri della Camera. “Il fenomeno emigratorio lucano ha inciso moltissimo sulla Basilicata. Basti pensare ai musicanti di Viggiano o ai calderai di Nemoli” ha ricordato invece Luigi Scaglione, presidente del Centro Studi Internazionale Lucani nel Mondo.
Le relazioni culturali tra italiani e brasiliani alla luce dell’emigrazione italiana nello Stato di Bahia – in particolare nella città di Jequié – sono state al centro della conferenza che è stata promossa dai deputati Christian Di Sanzo e Fabio Porta, in collaborazione con l’Associazione di Amicizia Italia-Brasile. Il Brasile – come ha ricordato Gianni Lattanzio, Segretario Generale dell’ICPE (Istituto Cooperazione con i Paesi Esteri) – che ha moderato l’incontro, - “ospita oggi la più grande comunità di italo-discendenti al mondo, stimata in circa 32 milioni di persone”. Molti degli emigrati italiani giunti oltreoceano furono veri pionieri, contribuendo con il loro lavoro allo sviluppo dei territori e fondando città che prosperarono grazie alla loro operosità. Un esempio emblematico è proprio la città di Jequié, nel sertão baiano, fondata da emigranti provenienti da Trecchina. La sua storia rappresenta un simbolo della laboriosità italiana. Alla conferenza hanno preso parte Domingos Ailton, professore, storico e Assessore alla Cultura e Turismo di Jequié; la scrittrice e ricercatrice Antonella Rita Roscilli; il professor Giorgio De Marchis dell’Università Roma Tre; e Iara Bartira da Silva, Segretario Generale dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile.
“L’emigrazione italiana in Brasile è stato un vero e proprio fenomeno, a volte un atto di eroismo. Un’ epopea” ha sottolineato nel suo intervento il professor De Marchis che ha ricordato storie come quella del “grande imprenditore” Francisco Matarazzo Sobrinho, detto Ciccillo che è stato un mecenate, imprenditore e politico brasiliano di origine italiana come pure la figura di Zélia Gattai, scrittrice e fotografa brasiliana, anche lei con origini italiane. “Bisogna anche ricordare il contributo brasiliano alla liberazione dell’Italia” ha aggiunto il professore ricordando le “fresche celebrazioni” – lo scorso anno - per il 150esimo anniversario dell'immigrazione italiana in Brasile. Tra i temi in evidenza, emersi nel corso della conferenza, l’esperienza del Festival Letterario Felisquié, curato da Domingos Ailton e quest’anno dedicato agli italiani e ai loro discendenti che hanno contribuito allo sviluppo sociale e culturale di Jequié, dello Stato di Bahia e dell’intero Brasile.
Tra le novità, l’istituzione del primo “Premio Sante Scaldaferri”, in memoria del grande artista italo-brasiliano che ha dato prestigio alla città e allo Stato di Bahia. “Il Festival di ottobre vuole esaltare il legame tra Italia e Brasile: una relazione forte e non solo economica e commerciale. La cultura è uno di questi legami – ha detto l’assessore Ailton che ha ricordato che personaggi come Sante Scaldaferri dimostrano quanta italo brasilianità c’è nell’arte. Come pure c’è nella letteratura locale e non solo. Oltre al festival ci sarà una ‘sfilata culturale’ per raccontare l’ impatto degli italiani a Jequié. Partendo da questo evento – ha concluso - vogliamo rafforzare le relazioni tra Trecchina e il Brasile e valorizzare e raccontare la storia dell’ emigrazione italiana”. A riportare l’attenzione su Sante Scaldaferri, nato a Salvador di Bahia nel 1928, uno dei maggiori pittori brasiliani contemporanei, scenografo e attore è stata la scrittrice e ricercatrice Antonella Rita Roscilli: “ Sulle sue origini, amava ripetere di essere stato ‘fabbricato in Italia e sbarcato a Bahia’” ha raccontato l’esperta. “Amava dire che aveva nel cuore due patrie come dicono tanti emigranti” ha aggiunto. “L’evento di oggi suggella un legame storico, culturale, economico che dovrebbero conoscere anche le nuove generazioni: è un grande patrimonio e l’appuntamento di ottobre conferma l’affetto, la vicinanza e l’amicizia tra l’ Italia e il Brasile. Gli italiani sono stati capaci di portare bellezza in tanti Paesi del mondo” ha detto a 9Colonne Iara Bartira da Silva, Segretario Generale dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile. (PO BIG ITALY EMG Gil)