Roma, 18 set – “Oggi, agli Stati generali dell’abitare che abbiamo voluto organizzare come Noi Moderati, grazie alla complicità di Andrea Napoli e di tanti altri colleghi, c’è stata la possibilità di interfacciarsi e confrontarsi anche con i principali stakeholders. Soprattutto, il fatto di dedicare un panel all’accessibilità per me è stato importante”. Lo ha dichiarato la senatrice di Noi Moderati Giusy Versace a margine della prima edizione degli “Stati generali dell’abitare”, in programma oggi a Roma. Versace ha ricordato: “Proprio ieri in Senato abbiamo votato un provvedimento che, di fatto, semplifica e rivede il Codice dei beni culturali. Si tratta di un codice assolutamente fondamentale che non viene stravolto, come invece è stato detto: semplicemente si modificano le procedure di autorizzazione e, quindi, si semplifica. In uno Stato e in un contesto storico in cui tutti parlano di semplificare le procedure – continua Versace – questo provvedimento dà una delega puntuale, con tempi certi e punti molto chiari, consentendo meno vincoli da parte delle soprintendenze e più autonomia anche ai Comuni e agli enti territoriali”. “E, quindi, di fatto, anche se non si parla di accessibilità, l’accessibilità ne giova in maniera indiretta – sottolinea Versace – perché, avendo gli enti territoriali meno vincoli e più autonomia, possono adoperare tutte le misure necessarie per rendere accessibili le proprie città, i propri istituti, i propri stabili, i parchi, le abitazioni, i condomini e le case popolari. Ricordiamoci che ci sono tuttora tantissime persone con disabilità quasi ‘ingabbiate’ dentro abitazioni popolari costruite più di quarant’anni fa: servono assolutamente incentivi”. Per la senatrice di Noi Moderati: “Sicuramente il bonus 75, con la detrazione fiscale, è stato un incentivo importante. Io non sono una fan dei bonus, però riconosco che quello è stato fondamentale nell’ottica di offrire strumenti per poter iniziare a operare. Dobbiamo lavorare affinché certe misure siano stabili e strutturate, anche per aiutare le nuove generazioni, giovani architetti e ingegneri, a crescere con una visione di universal design, di progettazione davvero accessibile a tutti. Del resto, noi stiamo usando un device, viviamo utilizzando i messaggi audio che, ricordiamolo, nascono per l’esigenza di una persona cieca e invece oggi li utilizziamo tutti con molta disinvoltura, così come gli ascensori o i telecomandi, nati per le esigenze di persone con limiti o difficoltà, ma che alla fine avvantaggiano tutta la società. Iniziamo ad approcciarci tutti con questo mood e probabilmente riusciremo a costruire una società davvero inclusiva”. (lug)
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