Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

GAZA, VETO USA ALL’ONU
SU RISOLUZIONE TREGUA

GAZA, VETO USA ALL’ONU <BR> SU RISOLUZIONE TREGUA

Nella serata di ieri Washington ha nuovamente posto il veto all'adozione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di un testo che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza. La bozza bloccata chiedeva anche la fine delle restrizioni agli aiuti umanitari e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi. “Questa risoluzione non riconosce la realtà sul campo, il fatto che c'è stato un aumento significativo del flusso di aiuti umanitari”, ha giustificato l'ambasciatore statunitense. La bozza di testo non “conteneva una condanna di Hamas”, ha denunciato il rappresentante israeliano.

La bozza di risoluzione invita il Consiglio di sicurezza a stabilire uno stop immediato alle ostilità nella Striscia – dove le vittime in stragrande maggioranza civili hanno superato le 65mila - invitando il governo israeliano a revocare immediatamente e incondizionatamente tutte le restrizioni all'ingresso degli aiuti umanitari garantendone la distribuzione sicura e senza ostacoli alla popolazione, anche da parte delle Nazioni Unite e dei partner umanitari.  Il progetto di risoluzione stabilisce che questa misura deve essere applicata su larga scala in tutta la Striscia di Gaza, in conformità con il diritto internazionale umanitario e con i principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza.

La bozza di risoluzione bocciata a causa del veto americano esige inoltre che Israele garantisca il pieno ripristino di tutti i servizi essenziali. Il documento è stato presentato da dieci membri non permanenti del Consiglio di sicurezza: Pakistan, Panama, Algeria, Repubblica di Corea, Danimarca, Slovenia, Sierra Leone, Somalia, Guyana e Grecia ed è stata sostenuta da 14 dei 15 membri del Consiglio. Eppure, qualcosa sembra scricchiolare nella solidità di quello che finora è apparso con un asse saldissimo tra Stati Uniti e Israele. Un segnale di un inizio di deterioramento potrebbe essere individuato nel fatto che un gruppo di senatori statunitensi ha presentato, per la prima volta, una risoluzione per sollecitare il riconoscimento di uno Stato palestinese.

Il democratico Jeff Merkley dell'Oregon, che sta guidando l'iniziativa, ha dichiarato che “L'America ha la responsabilità di essere all'avanguardia, ed è giunto il momento di agire”. Eppure, è pressoché impossibile che la proposta di legge guidata dai democratici venga approvata dalla Camera, dove i repubblicani del presidente Donald Trump hanno una maggioranza di 53 a 47. E proprio ieri, in una conferenza stampa congiunta col premier britannico Keir Starmer, The Donald ha ribadito la sua contrarietà a una simile ipotesi limitandosi a un banale “Voglio che tutto finisca, voglio che gli ostaggi vengano rilasciati e penso che andrà tutto bene”. (19 set - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)