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OLIO: STIMA PRODUZIONE
IN AUMENTO DEL 30%

OLIO: STIMA PRODUZIONE <BR> IN AUMENTO DEL 30%

E’ scattata in tutta Italia la campagna di raccolta delle olive che quest’anno vedrà una netta ripresa rispetto alla scorsa stagione, quando la siccità aveva devastato la produzione soprattutto al Sud. Secondo un’analisi congiunta di Unaprol, Coldiretti e Foa Italia, basata sulle prime rilevazioni condotte tra olivicoltori e frantoiani, la produzione nazionale di olio dovrebbe risalire intorno alle 300mila tonnellate, con un aumento di circa il 30%. Si tratta ovviamente di una stima a campagna appena iniziata, che dovrà essere confermata sulla base dell’andamento climatico delle prossime settimane. La situazione più positiva si registra al Sud dove l’aumento rispetto allo scorso anno potrebbe andare tra il 30% e il 40%, grazie alle piogge di luglio e agosto che hanno mitigato gli effetti del caldo anomalo di maggio e della prolungata siccità che avevano parzialmente compromesso la fioritura. Puglia e Calabria da sole rappresentano oltre il 60% della produzione nazionale. Il Nord Italia si prepara a una campagna difficile, con un calo drastico della produzione che si ipotizza attorno al 40% dovuto soprattutto al maltempo. Nel Centro Italia, le prime rilevazioni indicano una situazione "a macchia di leopardo", con previsioni di una lieve diminuzione produttiva, tra il 10% e il 15% rispetto all’anno precedente. La nuova campagna di raccolta delle olive si apre con una novità importante per la valorizzazione dell’olio italiano. Un decreto fortemente sostenuta da Coldiretti e Unaprol  impone un limite di 6 ore per la registrazione della consegna delle olive. L’obbligo di registrare i movimenti delle olive entro sei ore dall’acquisto, senza interruzioni, è una misura chiave per bloccare i flussi fittizi di “falso prodotto” che danneggiano i produttori onesti e destabilizzano le produzioni locali. “Un passaggio epocale per il settore – rileva David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Unaprol -. Con questo decreto si chiude definitivamente l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, e si apre una nuova fase fondata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla valorizzazione del prodotto italiano. L’aumento di produzione non deve però distogliere dall’urgenza di investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione in tutte le aree del Paese – continua Granieri -. Serve implementare piani di sviluppo che garantiscano al comparto olivicolo italiano la resilienza necessaria ad affrontare le crescenti e imprevedibili sfide climatiche future. L’obiettivo rimane quello di sostenere tutti i produttori e rafforzare la posizione di eccellenza dell’olio extra vergine d’oliva italiano sui mercati globali”. L’olio d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, grazie all’impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali per garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia ha la leadership in Europa per il maggior numero di oli extravergini a denominazione in Europa (43 Dop e 7 Igp). (22 set - red)

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