“La Francia ha riconosciuto la Palestina. Un atto storico e simbolico che non avrà alcuna conseguenza sulla politica di Netanyahu. Anche i simboli hanno la loro importanza. Il primo ministro israeliano tira dritto, non ascolta nessuno, né i suoi cittadini né le Nazioni Unite. Ricorda, per temperamento, Vladimir Putin: anche lui sta conducendo una guerra ingiusta, fa finta di ascoltare ora l'uno, ora l'altro, ma non si scosta di un millimetro dalla determinazione a resistere. Quello che sta succedendo a Gaza non riguarda soltanto i palestinesi. Vi si stanno commettendo, nella più totale impunità, dei crimini contro l'umanità”. Lo scrive Tahar Ben Jelloun su Repubblica dopo le parole del presidente francese Emmanuel Macron aprendo ieri il vertice franco-saudita convocato a New York, alla vigilia della discussione generale dell’80ma Assemblea delle Nazioni Unite. “La parola genocidio – sottolinea lo scrittore - è stata utilizzata da israeliani del calibro dello scrittore David Grossmann. Siamo di fronte a una pulizia etnica, un odio devastante che uccide un popolo con la scusa che fra quelle donne e quei bambini si nasconderebbero dei terroristi di Hamas. Secondo un'inchiesta del Guardian, 1'83 per cento dei morti di Gaza sono civili. L'atteggiamento degli europei è molto deludente e persino inquietante. Si tratta di Stati di diritto, di democrazie, qualunque cosa se ne pensi. E tuttavia, quando si tratta di sanzionare i crimini dell'esercito israeliano esitano, sensibili alla pressione degli ebrei della diaspora, legati al destino di Israele. Ma è proprio quel destino che Netanyahu sta infangando e distruggendo. Netanyahu è un pericolo per i palestinesi che vuole liquidare ed è un pericolo per Israele, che sta perdendo la sua anima” e “se Netanyahu può continuare la sua guerra non è soltanto perché gode dell'appoggio incondizionato dell'America, ma anche perché sa che né gli Stati arabi né l'Europa reagiranno. Lo lasciano fare. Si riuniscono, fanno qualche dichiarazione e poi tornano in silenzio”, “se questo crimine non sarà giudicato e punito, sarà la nostra umanità a finire cancellata, sarà la nostra civiltà a essere violata e distrutta. Così, la forza è stata il nemico del diritto e della giustizia. Non è una guerra, è un massacro deliberato che rimarrà come un'onta nella storia di Israele e di tutto il Vicino Oriente”. (23 set - red)
(© 9Colonne - citare la fonte)