di Paolo Pagliaro
Quasi un italiano su due non versa nemmeno un euro di IRPEF, e così poco più di un quarto dei contribuenti si fa carico da solo di quasi l’80% dell’’imposta. 7 milioni di cittadini con redditi superiori ai 35mila euro coprono con le loro tasse il costo dello stato sociale: sanità, istruzione, assistenza. Gli altri ne usufruiscono. E’ come se in una squadra di calcio tre giocatori corressero e gli altri otto guardassero, dice il presidente della Confederazione Italiana Dirigenti, commentando i dati sulle dichiarazioni dei redditi presentati oggi da Alberto Brambilla e dal suo Centro Studi Itinerari Previdenziali. Il dossier è in realtà un saggio sulla trappola fiscale che tiene prigioniero il ceto medio, e spiega anche la sua crescente disaffezione verso la politica.
L’anno scorso su 59 milioni di cittadini , solo 33 milioni hanno versato almeno 1 euro di IRPEF, ma 22 milioni di loro hanno pagato un’imposta media di 100 euro. ,Dati che da soli bastano a smentire la narrazione di una popolazione oppressa dalle tasse, che invece opprimono – eccome – quella minoranza che le paga.
Malgrado il miglioramento di PIL e occupazione il 43% degli italiani ufficialmente non ha redditi e, di conseguenza, vive a carico di qualcuno.
Sembra la fotografia più di un Paese povero che di uno Stato membro del G7 , una foto oltretutto poco veritiera guardando ai consumi degli italiani, che nel 2024 hanno destinato al gioco 157 miliardi e che figurano ai primi posti in Europa per possesso di abitazioni, auto, smartphone e abbonamenti a pay-tv.
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