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Cyberbullismo: in Senato la storia di Carolina Picchio, dal dolore all'impegno

Roma, 6 ott - Carolina Picchio è una ragazza intelligente, altruista, sportiva e sognatrice, ma quella notte, tra il 4 e il 5 gennaio 2013, la fragilità di adolescente prende il sopravvento e “Caro” si toglie la vita. Troppo grande l’umiliazione di vedersi in un video mentre, priva di coscienza, dei suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali. Carolina avrebbe potuto andarsene lanciando parole di condanna, e invece non parlava ai bulli come a dei mostri. Non c'era odio nelle sue parole. C'era invece un invito a cambiare, a diventare più sensibili. "Le parole fanno più male delle botte" è il titolo del libro, scritto dal padre Paolo Picchio, che raccoglie il suo messaggio, presentato oggi a Palazzo Madama su iniziativa della senatrice Lavinia Mennuni, membro della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza.  "Questo libro, molto toccante - spiega la parlamentare di Fdi - racconta la storia di Carolina, che  è stata la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia: proprio in questi giorni è ripresa la discussione in Senato del disegno di legge sulla tutela dei minori nella dimensione digitale: il Santo Padre ha preso il nome di Papa Leone XIV, e se il predecessore Leone XIII dovette affrontare la rivoluzione industriale, ora bisogna affrontare la questione della tecnologia e i primi da tutelare sono i nostri bambini, che sono fragili". 
"La commissione bicamerale - ricorda la senatrice - ha fatto molte indagini conoscitive, da cui è emerso che vi sono dei problemi neuropsichiatrici molto seri, che devono essere affrontati adeguatamente, partendo innanzitutto da una tutela minima. Speriamo che la legge possa essere approvata presto, anche nel nome di Carolina". 

Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione Carolina, spiega: "La nostra Fondazione continua a tenere vivo il messaggio di Carolina e cerca di condividerlo il più possibile, soprattutto con i ragazzi ma anche con i genitori, perché crediamo che ci sia una grossa necessità di responsabilizzarli in maniera maggiore, condividendo con loro il fatto che la tecnologia è una meravigliosa opportunità, ma se usata male rischia di diventare un problema e un pericolo per i propri figli". "Carolina - sottolinea il padre, Paolo Picchio - è stata la prima a lanciare il grido 'Ragazzi, perché siete così insensibili, non capite che le parole fanno più male delle botte?'. Ecco, grazie a questo messaggio, a questo urlo, per la prima volta in Italia è stato avviato il primo processo in cui cinque ragazzi sono stati indagati e processati, a dimostrazione che non erano semplici ragazzate, ma grazie a Carolina e al suo messaggio abbiamo avuto anche la prima legge in Italia e in Europa di educazione e prevenzione del cyberbullismo. Però questo non bastava, ecco che ho voluto con la costituzione di Fondazione Carolina, grazie al contributo di esperti, psicologi, pedagogisti, dare aiuto a questi ragazzi intervenendo nelle scuole, nei centri sportivi, negli oratori, ma anche attraverso la ricerca del fenomeno  e il supporto a tutti, ragazzi, genitori e insegnanti. Il percorso si è chiuso con la costituzione di un centro di ascolto, per il momento solo a Milano: è importante che i ragazzi possano venire a chiedere aiuto attraverso le famiglie o con le famiglie, perché il disagio è sempre maggiore oggi, la depressione che coinvolge le nuove generazioni è impressionante. Quindi - conclude - è importantissimo che anche le istituzioni si muovano per ascoltare il grido di questi ragazzi". (PO / Roc) ////

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