di Paolo Pagliaro
In Italia ci sono province che attraggono giovani, comuni dove la fecondità resta sorprendentemente alta, comunità longeve che sfidano gli stereotipi. Sono le “sorprese demografiche” messe in luce da Neodemos, la rivista scientifica che racconta il nostro paese senza pregiudizi e con l’ambizione di migliorarlo. Come documentano i demografi Annalisa Busetta, Federico Benassi e Roberto Impicciatore, ecco dunque che a fronte di aree interne che perdono popolazione, o che non la perdono più perché ormai totalmente spopolate, ve ne sono altre capaci di attrarre popolazione giovane, sia dall’estero che da altre regioni italiane. È il caso di molti comuni dell’Emilia-Romagna, della Toscana, delle zone costiere del Lazio e della Campania dove l’afflusso migratorio, spesso composto da studenti universitari e lavoratori, contribuisce a delineare un dinamismo della popolazione superiore alla media nazionale e a mitigare l’invecchiamento in un circolo virtuoso che mantiene la popolazione attiva e vivace. Ma è anche il caso della Puglia, dei comuni costieri vicino a Olbia, Cagliari e Sassari, e delle zone costiere della Sicilia sud-occidentale e sud-orientale, tutte aree che raccontano di un Mezzogiorno dinamico e attrattivo nel panorama italiano. La conclusione è che non esiste un’Italia unica, ma tante Italie. “Alcune aree interne si spopolano, altre mantengono la popolazione attiva grazie all’attrattività di lavoro, università o servizi locali. Guardare oltre le medie nazionali diventa quindi essenziale, non solo per capire meglio i fenomeni, ma anche per orientare politiche territorialmente mirate ed efficaci”.
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