E’ stata la più grande operazione contro la criminalità violenta svolta negli USA quella denominata “Summer Heat”, iniziata alla fine di giugno e conclusa a fine settembre con il bilancio di oltre 8mila arresti ed il sequestro di più di 44 tonnellate di cocaina, 421chili di fentanyl e 2.281 armi. E’ stato lo stesso direttore del FBI Kash Patel a rendere noti tali risultati confermando che l’offensiva continuerà per smantellare le organizzazioni criminali transnazionali che si sono insediate in territorio americano.
Sempre a settembre in un’ operazione coordinata da Interpol tra Asia e Nord America erano state sequestrate 76 tonnellate di droghe sintetiche (tra cui 297 milioni di pillole”yaba”, oltre a fentanyl, eroina e cocaina). Un commercio che genera profitti ingenti e consente riciclaggio di denaro. Al Dipartimento del Tesoro americano che indicavano le banche messicane come “fonti di primaria preoccupazione” per il riciclaggio legato al traffico di oppioidi (tra questi il carfentanil, sviluppato per uso veterinario e destinato alla sedazione di grandi animali) la presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha replicato ricordando che negli USA c’è la maggiore domanda di stupefacenti mentre i soldi del narcotraffico nelle banche americane supererebbero i 100 miliardi dollari.
Come è noto, gli effetti della cocaina sul cervello e sull’organismo possono essere molto seri, compromettendo sia il normale funzionamento della mente, sia la sfera relazionale e sociale di chi ne fa uso. Per questo le autorità sanitarie hanno da tempo lanciato l’allarme.
Ma ormai parlando di traffico di cocaina si parla di “tsunami bianco” considerato che la produzione globale di questa droga ha raggiunto già nel 2024 le oltre 3.500 tonnellate (fonte UNODC), una quantità dieci volte superiore a quella di dieci anni fa. La Colombia con poco più di 250mila ettari di colture dedicate resta sempre il principale produttore, in Perù le coltivazioni della foglia di coca sono leggermente diminuite mentre restano stabili quelle situate in Bolivia.
Si sono intensificate le attività di contrasto al narcotraffico in diversi paesi come si rileva dal sequestro verso la fine di settembre, al largo delle coste africane, di oltre15 tonnellate di cocaina trasportate da pescherecci. Altri rilevanti sequestri si sono registrati in Messico,tra agosto e settembre, con molte tonnellate tra cocaina e metamfetamina intercettate sempre in mare, occultate anche in confezioni di pasta al peperoncino e “panela” (dolcificante tipico colombiano).
In Francia, il traffico di droga e soprattutto di cocaina rappresenterebbe stando ad un rapporto riservato del Ministero dell’Interno “una minaccia esistenziale per il Paese” con una domanda aumentata ed un’ offerta capillare resa possibile dalle oltre 200mila persone coinvolte nello spaccio al dettaglio. In Italia la situazione non è certo migliore e se è diminuito il quantitativo di sequestri di cocaina (11.082kg l’anno scorso rispetto ai 26.000 del 2022) è aumentato in modo apprezzabile il numero delle persone denunciate per traffico/spaccio (14.507, di 8.588 italiani e 5.919 stranieri). Importanti operazioni contro il traffico di cocaina si sono registrate anche in questi ultimi mesi con il sequestro di oltre mezza tonnellata occultata in container nel porto di Gioia Tauro, una cinquantina di chilogrammi nel porto di Civitavecchia in arrivo dall’Ecuador e 66kg. in un appartamento di Roma. Gocce nel mare.