di Paolo Pagliaro
Un quarto delle famiglie italiane possiede una seconda casa e dunque la polemica sugli affitti brevi - che il governo vuole tassare con un’ aliquota che passa dal 21 al 26% - riguarda, almeno potenzialmente, una quota non marginale della proprietà edilizia. Si tratta – per ora - di circa mezzo milione di case vacanza e bed and breakfast, che hanno visto crescere il loro valore anche in virtù degli investimenti finanziari nel settore immobiliare. Con il risultato che in una città come Milano il prezzo delle case è aumentato in otto anni del 58% a fronte di un’inflazione che non ha raggiunto il 20.
In un libro scritto per Longanesi e intitolato “Prima che tutto crolli”, Luciano Balbo mette in guardia contro i danni provocati dalla finanziarizzazione dell’economia, a cominciare dal mercato immobiliare. Balbo è stato un pioniere della finanza italiana, ha creato imprese capaci di avere un impatto positivo dal punto di vista sociale. Nel libro spiega come gli affitti brevi abbiano conferito un extra-valore finanziario a quello che in origine era un bene d’uso.
Con il risultato di porre in conflitto gli interessi dei proprietari di seconde case e quelli degli altri residenti, di acuire i divari sociali, limitando l’accesso alla casa da parte dei ceti meno abbienti e dei giovani, e di innescare, con il rincaro degli affitti, l’aumento dei prezzi.
I possibili sviluppi futuri sono anticipati come sempre dagli Stati Uniti, dove due milioni di persone che non possono permettersi una casa vivono in campi di roulotte, gestiti peraltro da società che fanno capo a fondi di investimento, perché è possibile finanziarizzare anche la sventura.