"L'intelligenza artificiale può supportare le politiche di contrasto alla violenza sulle donne?". Questa la domanda a cui cerca di offrire una risposta uno studio realizzato dall'Ufficio valutazione impatto del Senato. "La violenza di genere è un problema sistemico che affligge la maggior parte dei paesi del mondo, con il femminicidio che è la sua forma più estrema - ricorda il dossier - Tra 2006 e 2022, in Italia, 1.942 donne ne sono state vittima. Una ogni tre giorni. E sono in aumento - ma sempre sottosegnalati - anche i reati-spia che spesso anticipano il femminicidio: percosse, lesioni, stalking, violenza sessuale e privata". Per un contrasto efficace del fenomeno, la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne raccomanda la diffusione capillare di servizi specializzati nel supporto alle vittime. L'Italia ha adottato, oltre a vari interventi normativi, una strategia nazionale il cui fulcro è proprio costituito da una rete composta da servizi territoriali, case-rifugio e centri antiviolenza (Cav). Ma la presenza di questi centri è diffusa ed efficace? O è possibile migliorarne la distribuzione a livello locale? Uno studio dell'Ufficio valutazione impatto di Palazzo Madama dimostra che l'Ia può identificare le aree a maggior rischio di femminicidio sulla base di dati territoriali e socio-economici, analizzare l'impatto dell'apertura di un nuovo centro e offrire indicazioni evidence-based per indirizzare al meglio lo sforzo pubblico. "La lotta contro la violenza sulle donne si sta ponendo, anche in Italia, sempre più al centro dell'agenda politica - si legge nelle conclusioni - L'attuazione di strategie efficaci di contrasto richiede però maggiore comprensione su dove concentrare gli sforzi di prevenzione, anche attraverso una migliore comprensione delle cause profonde, i fattori di rischio e i potenziali rimedi. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può contribuire in parte a colmare questa lacuna di conoscenze. Lo studio Uvi ha previsto e mappato il rischio di femminicidio a livello locale utilizzando dati a livello territoriale. Elaborando i dati con strumenti di machine learning gli autori hanno trovato prove coerenti con l'ipotesi del rigetto, secondo cui i femminicidi hanno più probabilità di verificarsi dove l'emancipazione femminile è più alta. L’indicatore del rischio di femminicidio indica ampio spazio per migliorare le azioni di policy contro la violenza di genere: uno studio completo sui modelli territoriali associati ai femminicidi può, identificando le aree a maggior rischio, guidare infatti gli interventi a livello locale e renderli più efficaci". (Roc)
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