L'orgoglio Giorgia Meloni lo mette nel finale: "La maggioranza degli italiani, sempre più maggioranza, riconosce il lavoro serio, la buonafede e i risultati. E finché quella maggioranza sarà dalla nostra parte, noi andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero, consapevoli della grande Nazione che rappresentiamo, in Italia e all’estero, perché sempre più italiani possano essere fieri di noi e, soprattutto, orgogliosi di essere italiani". Ma anche l'incipit del discorso della premier, nelle comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio Ue, è contrassegnato dalla rivendicazione dei meriti dell'esecutivo: "L’Italia si presenta a questo appuntamento al compimento del terzo anno di questo governo, forte di una stabilità politica rara nella sua storia repubblicana, di un ritrovato protagonismo internazionale - che le viene riconosciuto da tutti – e di indicatori economici e finanziari solidi, che la rendono apprezzata dagli analisti e attrattiva per gli investitori. Il riconoscimento del Fondo Monetario Internazionale e l’ultima valutazione sul rating dell’Italia da parte dell’agenzia DBRS, riportano finalmente l’Italia dove merita di stare, cioè in serie A, e dimostrano la correttezza della strategia di sviluppo e delle politiche di bilancio messe in campo da questo governo, confermate anche con la legge di bilancio varata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri".
MEDIO ORIENTE. Poi, i tempi principali all'ordine del giorno del Consiglio di domani e dopodomani, a partire dal recente accordo in Medio Oriente che ha rappresentato "uno sviluppo positivo e concreto ed è frutto di un lungo e complesso lavoro diplomatico al quale l'Italia ha contribuito con costanza e pragmatismo", e rappresenta "un indiscutibile successo" del presidente Usa Donald Trump. "Le vicende delle ultime ore dimostrano quanto l’equilibrio sia fragile e sottoposto a rischi quotidiani" sottolinea il premier, precisando che "la violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra ancora una volta chi sia il principale nemico dei palestinesi, ma la conseguente rappresaglia israeliana concretizzatasi in nuove vittime civili e nell’interruzione del transito degli aiuti umanitari rappresenta un’altra scelta che non condividiamo". "Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale" ribadisce la premier, invitando a mantenere alta l'attenzione l'attenzione sulla Cisgiordania, "dove una politica dei ‘fatti compiuti’ e la violenza dei coloni rischiano di compromettere le prospettive della statualità palestinese". "Dal punto di vista della sicurezza, infine, siamo pronti a partecipare a una eventuale Forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l'Autorità nazionale palestinese nell'addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle loro capacità operative - ribadisce inoltre Meloni - Dobbiamo ancora definire i dettagli del nostro contributo, ma ritengo fin d’ora opportuno un passaggio parlamentare su queste materie e avremo quindi modo di approfondire insieme. E sono certa che, trattandosi di contribuire realmente e concretamente alla pace in Medio Oriente, tutte le forze in Parlamento non mancheranno di dare il loro sostegno convinto".
UCRAINA. Viceversa, la premier conferma che l'Italia "non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino". Ribadendo, però, l'impegno per "una pace giusta, non frutto della sopraffazione". "Non possiamo considerare accettabile l’atteggiamento ambiguo di chi promette impegno negoziale e poi bombarda costantemente obiettivi civili - afferma Meloni - Per arrivare al tavolo delle trattative serve, quindi, anche incrementare la pressione su Mosca, come stiamo facendo con il 19° pacchetto di sanzioni europee, che stiamo approvando e che contribuirà a ridurre ancora di più le risorse che Mosca può destinare allo sforzo bellico. Perché giova ripetere un concetto importante: le sanzioni economiche non sono contro il popolo russo, ma contro il regime che trasforma la ricchezza della Russia in armi e distruzione. Ogni risorsa che la Russia accumula oggi non serve a costruire scuole, ospedali o a generare lavoro, ma serve a finanziare la guerra, e la distruzione di scuole, ospedali o lavoro in Ucraina".
DIFESA. Sulla difesa, la premier assicura che "l’Italia ha già cominciato il percorso di rafforzamento della sua difesa, aderendo ai finanziamenti agevolati previsti da Safe (Security Action for Europe), con l’assegnazione di 14,9 miliardi di euro. Il che ci consente, come abbiamo annunciato e come dimostra la legge di bilancio, di rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità che il Governo si è dato". "Tutti - continua - conosciamo e supportiamo la necessità di proteggere il fianco Est dell’Europa e della Nato ma non possiamo consentire che si perda di vista il fianco meridionale dell’Ue: la sicurezza dei confini esterni dell’Alleanza è indivisibile".
CLIMA. Non solo guerre, all'ordine del giorno del Consiglio Ue, ma anche temi essenziali per il futuro dell'Unione, come la transizione ecologica: "Noi vogliamo abbandonare quell’approccio ideologico che ha caratterizzato la stagione del Green Deal, per abbracciare un pragmatismo serio e ben ancorato al principio di neutralità tecnologica. Per questo, lo dico chiaramente, l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della Legge Clima europea così come formulata ad ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio", conclude Meloni, per poi ribadire: "Non può esistere solo l'elettrificazione per il futuro dell’auto" e "registriamo una prima apertura da parte della Presidente Von der Leyen", applicare il principio della neatralità tecnologica "significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico, alimentandolo con carburanti alternativi e sostenibili, e quindi salvare gran parte della nostra filiera dell’automotive e del gas. Un obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio del nostro mandato e sul quale non intendiamo arretrare". (Roc)