"Dalla parte giusta della storia". Lo slogan è stato urlato nelle piazze reali e virtuali pro-pal, scandito in dichiarazioni politiche, utilizzato in articoli e commenti. Ha fatto il paio con "salvare l'onore italiano" o "europeo" a seconda dei frangenti e delle situazioni, più utilizzato dai giornalisti. I due slogan hanno il grande vantaggio di non essere offensivi e di evitare l'accusa di antisemitismo che viene rivolta al famigerato "un solo Stato dal fiume al mare", con cui per un solo Stato si intende la Palestina con la conseguente cacciata e/o distruzione di Israele, o il più macabro "7 ottobre, giornata della Resistenza palestinese", palesemente pro terrorismo visto che si riferisce al pogrom compiuto da Hamas due anni fa in cui sono state uccise 1200 persone e presi 247 ostaggi, la cui unica "colpa" era quella di essere ebrei. C'è da aggiungere che lo striscione sul 7 ottobre è stato esposto in un corteo a cui hanno partecipato, si dice, 60mila persone, nessuna della quali, almeno pubblicamente o di cui abbiamo notizie, abbia chiesto di rimuoverlo.
Viene quindi da chiedersi qual è questa "parte giusta della storia" in cui si collocano i pro-pal.
La prima risposta è che la parte giusta della storia è quella delle vittime. Vero: allora si doveva andare in piazza anche con le bandiere israeliane in ricordo del 7 ottobre, dei morti sotto i missili in questi due anni, dei morti negli attentati e di una storia millenaria di sterminio di milioni di persone, uccise solo perché ebree. Quindi la parte giusta della storia a cui intendono i pro-pal non è quella delle vittime perché non esistono vittime di serie A e di serie B. Deve essere altro.
Non voglio pensare che la parte giusta della storia a cui ci si riferiscono questi attivisti sia Hamas, un gruppo terrostico che stermina gli oppositori, schiavizza le donne e i bambini, li usa come scudi umani, uccide gli omosessuali e ha compiuto innumerevoli attentati contro i civili. No, non può essere questa la parte giusta della storia.
Forse per parte giusta della storia si intendono genericamente la Palestina e il popolo palestinese. Ma anche qui abbiamo, da parte dei rappresentanti di quel popolo, una storia di violenza, terrorismo, errori politici (la soluzione "due popoli due stati" è sempre stata da loro rifiutata dal 1948) corruzione. No, non è neppure questa.
Allora, forse, visto che la maggior parte dei pro-pal che usano questa frase sono italiani, la parte giusta della storia è quella dell'Italia? Anche qui c'è un fraintendimento, storicamente l’Italia è stata dalla parte sbagliata della storia, quella della violenza colonialista, dell'orrore fascista, dei rastrellatori di ebrei, che, purtroppo, non è stata riscattata da pochi giusti ed è stata annientata solo quando gli alleati hanno iniziato a bombardare le città. A titolo di esempio: poche ore dopo l'infame bombardamendo di San Lorenzo cadde il regime fascista. Tenderei quindi ad escludere quella italiana come la "parte giusta della storia". E non penso neppure che questi sostenitori pro-pal si riferissero all'attualità, visto che non credo si rispecchino nel governo Meloni o, parlando di ieri, in quelli targati Andreotti, Craxi, Berlusconi, Renzi…
Forse queste persone intendono quella che chiamiamo adesso Ue come parte giusta della storia. Ma non ritengo che vedano in una imbelle istituzione che non ha mosso un dito contro uno sterminio etnico, avvenuto a due ore di gommone da casa mia, un esempio di morale. La stessa istituzione dimostra quotidianamente la sua incapacità nelle grandi questioni internazionali. No, non è neppure questa the right side.
Forse intendono alcune nazioni europee.
La Spagna? No, erede di una cultura genocidiaria, fascista e machista fino a ieri, ancora oggi reprime nella violenze le autonomie. No, non è.
La Francia? No, come l'Italia rastrellava ebrei ed oppositori, ha combattutto fino l'altro giorno ad Algeri e in tutta l'Africa contro i movimenti di liberazione, fino a ieri aveva colonie, No, neppure lei.
Forse ci siamo: i pro-pal in realtà tifano per gli Usa e la Gran Bretagna; però a ben vedere non deve essere così, nel dna gli uni hanno un genocidio e la "gun culture", l'altra il colonialismo e la repressione brutale delle autonomie, sono sempre in guerra, invadono e conquistano, hanno compiuto atti atroci come Dresda, Hiroshima, Nagasaki, hanno tenuto tengono sotto il loro tallone mezzo mondo. No, non credo che i pro-pal intendessero Usa e Uk come parte giusta della storia.
Aspetta, ecco ci siamo: la parte giusta è quella dell'Onu, cioè di quell'istituzione dove nel consiglio di sicurezza siedono dittatori e massacratori con diritto di veto. No, non funziona neppure questa.
Aspetta, aspetta: molti di questi pro-pal provengono da una storia comunista. E' quella la parte giusta della storia? Insomma… stermini di massa, epurazioni, annientamento dei dissidenti, totalitarismo, rifiuto della democrazia, violenza, colonialismo cammuffato dall'ideologia, permanente stato di guerra, dossieraggio e spionaggio totale sulla popolazione. Proprio la parte giusta non era…
Quindi si può parlare di "parte giusta della storia"?
No, è solo una grottesca appropriazione, come il "Got mit Uns" dei soldati nazisti; una pietosa autoassoluzione; per alcuni - degni figli di un'orrenda e consuetudinaria tradizione -, il celare il profondo e radicato antisemitismo diffuso nell'occidente di origine cristiana e nell'oriente dominato dall'Islam.
Sulla "parte giusta della storia" aveva già detto tutto in due righe uno dei più grandi autori del '900, autore dell'Ulisse, uno dei libri più importanti del secolo scorso e dell'intera storia dell'Umanità.
Nel capitolo II (anche se non ha numero…) c'è una discussione sugli ebrei dove Joyce ridicolizza una serie di luoghi comuni antisemiti mettendoli in bocca a Mr Deasy. Stephen Dedalus, uno dei protagonisti del libro, replica: "La storia è un incubo da cui cerco di destarmi".
Ps 1: L'onore dell'Europa è volato via dai camini di Auschwitz.
Ps 2: Lo stesso nome Palestina è uno scherzo-incubo della storia. I romani lo diedero ad una zona che avevano conquistato con la consueta violenza e gli diedero il nome terra dei Filistei, una popolazione minoritaria, in odio agli ebrei sconfitti che hanno sempre avuto la "brutta abitudine" di ribellarsi ai romani. Quelle terre si erano chiamate in precedenza terra di Canaan, Regno d'Israele o Giudea. Lo stesso Gesù fu irriso con la scritta Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum.
(© 9Colonne - citare la fonte)



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