L'ex parlamentare del Pd Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz, invitato ieri a parlare all'Università Ca' Foscari di Venezia di “pace dei due popoli per i due stati”, è riuscito a stento a iniziare il convegno. “Dopo mezz'ora e appena due domande dal pubblico, mi è stato impedito di proseguire da un gruppo di studenti di sinistra che hanno esposto striscioni, si sono messi attorno alla cattedra, contestandomi anche cose che non ho mai detto. Sono scioccato. Vivo da 15 anni sotto scorta per le minacce che subisco in quanto ebreo, ma non avrei mai pensato che mi venisse negato il diritto di parola” racconta il presidente di Sinistra per Israele - Due Popoli Due Stati in una intervista a La Repubblica. “Sono stato invitato all'Università dall'associazione Futura, un gruppo di maggioranza nella rappresentanza studentesca dell'ateneo veneziano. Nelle scorse settimane la locandina era stata fatta girare. ‘Voci per la pace. Il cammino dei due popoli per i due stati’, il titolo dell'iniziativa”, “sui canali social del Fronte della Gioventù Comunista sono stati pubblicati i primi messaggi contro di me”, “hanno iniziato a protestare già fuori dall'Università. Il messaggio sullo striscione era chiaro: Fuori i sionisti dalle Università. Falce e martello in calce allo striscione e la sigla FGC. Saranno stati almeno una cinquantina di studenti. Poi sono saliti. Alcuni si sono messi intorno alla cattedra”, “hanno ignorato che ho sempre condannato Netanyahu. Lo sanno tutti che sono sempre stato critico. Ho spiegato anche questo, ma non c'è stato nessun verso. Continuavano a dire: ‘Non ce ne frega nulla. Non basta contrastare un governo, ma bisogna contrastare lo Stato’”, “ho detto loro che sono dei fascisti. Lo sono tecnicamente, perché impedire a una persona di parlare è fascismo. Ma non sono comunque riuscito a portare a termine il convegno e ho subito pensato a una cosa. Il pensiero è andato subito ai miei genitori. L'ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel '38, con mio padre. Noi eravamo lì a parlare di pace tra due popoli, di ingiustizie, di dolori, di violenza. Chi non vuol sentire parlare di queste cose la pace non la vuole”. (28 ott - red)
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