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direttore Paolo Pagliaro

'L’EDUCAZIONE NON E' ATTIVITA' ACCESSORIA'

'L’EDUCAZIONE NON E' ATTIVITA' ACCESSORIA'

Nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione Conciliare “Gravissimum educationis” papa Leone XIV pubblica una lettera apostolica dal titolo “Disegnare nuove mappe di speranza” nella quale sottolinea che con  quel testo, il Concilio Vaticano II ha voluto ricordare “alla Chiesa che l’educazione non è attività accessoria, ma forma la trama stessa dell’evangelizzazione: è il modo concreto – scrive Leone XIV - con cui il Vangelo diventa gesto educativo, relazione, cultura. Oggi, davanti a mutamenti rapidi e ad incertezze che disorientano, quell’eredità mostra una tenuta sorprendente”.

Per il Papa “laddove le comunità educative si lasciano guidare dalla parola di Cristo, non si ritirano, ma si rilanciano; non alzano muri, ma costruiscono ponti. Reagiscono con creatività, aprendo possibilità nuove alla trasmissione della conoscenza e del senso nella scuola, nell’università, nella formazione professionale e civile, nella pastorale scolastica e giovanile, e nella ricerca, poiché il Vangelo non invecchia ma fa ‘nuove tutte le cose’. Ogni generazione – si legge nel Proemio della lettera – lo ascolta come novità che rigenera. Ogni generazione è responsabile del Vangelo e della scoperta del suo potere seminale e moltiplicatore”.  Leone XIV scrive che oggi viviamo in un ambiente educativo “complesso, frammentato, digitalizzato. Proprio per questo è saggio fermarsi e recuperare lo sguardo sulla ‘cosmologia della paideia cristiana’: una visione che, lungo i secoli, ha saputo rinnovare sé stessa e ispirare positivamente tutte le poliedriche sfaccettature dell’educazione”.

 

Ancora oggi la dichiarazione conciliare Gravissimum educationis “non ha perso mordente. Dalla sua ricezione è nato un firmamento di opere e carismi che ancora oggi orienta il cammino: scuole e università, movimenti e istituti, associazioni laicali, congregazioni religiose e reti nazionali e internazionali. Insieme, questi corpi vivi hanno consolidato un patrimonio spirituale e pedagogico capace di attraversare il XXI secolo, e rispondere alle sfide più pressanti. Questo patrimonio non è ingessato: è una bussola che continua a indicare la direzione e a parlare della bellezza del viaggio. Le aspettative, oggi, non sono minori delle tante con le quali la Chiesa ebbe a confrontarsi sessant’anni orsono. Anzi si sono ampliate e complessificate. Davanti ai tanti milioni di bambini nel mondo che non hanno ancora accesso alla scolarizzazione primaria, come possiamo non agire? Davanti alle drammatiche situazioni di emergenza educativa provocata dalle guerre, dalle migrazioni, dalle diseguaglianze e dalle diverse forme di povertà, come non sentire l’urgenza di rinnovare il nostro impegno?”. Il Papa cita quindi la sua prima enciclica “Dilexi te” sottolineando che l’educazione “è una delle espressioni più alte della carità cristiana” aggiungendo che il “mondo ha bisogno di questa forma di speranza”. (Leo)

(© 9Colonne - citare la fonte)