Le storiche famiglie mafiose siculo-americane sono tornate alla ribalta giudiziaria e mediatica dopo gli arresti, alcuni giorni fa, al termine di una inchiesta nel mondo del basket condotta dal FBI e dalla Procura Federale di Brooklyn, che hanno portato alla luce una vasta rete di scommesse illegali, estorsioni, frode e riciclaggio di denaro. Quattro le famiglie della mafia italoamericana coinvolte: i Lucchese, i Bonanno,i Gambino e i Genovese ( tra i 37 arrestati 13 sono riconducibili a queste famiglie). “La Cosa Nostra”, dunque, si conferma come la più diffusa organizzazione criminale in America e pur avendo collegamenti stabili con altre organizzazioni ha mantenuto sempre il rapporto originale storico con la criminalità organizzata italiana, siciliana in particolare. Sembra anzi che, negli anni Novanta, sia stata inviata in Italia manovalanza per rimpiazzare i vuoti creati dall’azione di repressione della Polizia e rafforzare l’influenza dell’organizzazione nel territorio.
Anche se negli anni passati sono finiti in carcere diversi boss e gregari delle diverse famiglie (ben 47 furono quelli arrestati nell’agosto del 2016), La Cosa Nostra è ancora saldamente insediata in alcune delle principali città americane mentre New York resta il caposaldo delle cinque famiglie, i Colombo e i Bonanno oltre a quelle prima citate.
La strategia comunemente seguita dalla mafia italo americana è la corruzione delle autorità e la non interferenza con le attività degli altri gruppi criminali eventualmente insediati nel territorio che vengono semplicemente sottoposti a tassazione. Il denaro viene riciclato soprattutto con investimenti immobiliari e commerciali. Alcune migliaia di affiliati operano nel nord-est, ma anche in Florida, in California e nel Middle West; questi avrebbero collegamenti anche in Canada, Sud America e Australia, oltre che in Europa, naturalmente. Altre organizzazioni di rilievo sono i gruppi di riferimento dei narcos colombiani,i messicani e la mafia cinese. I colombiani hanno il monopolio del traffico di cocaina, la loro presenza è diffusa su tutto il territorio, ma la loro roccaforte è in Florida. Si avvalgono di gruppi di trasportatori messicani e caraibici per introdurre la droga via terra e via mare. Per il trasporto interno e lo spaccio al minuto viene coinvolta una rete molto più ampia di bande e di organizzazioni, di tutte le etnie.
I colombiani riciclano il denaro sporco comprando immobili e centri commerciali. I messicani si concentrano nella parte sud-occidentale degli Usa da dove controllano il passaggio della cocaina dalla Colombia attraverso il confine messicano. Si tratta, per lo più, di famiglie che da generazioni si dedicano al contrabbando. Nel corso degli anni Ottanta sono venuti emergendo i gruppi criminali idi origine asiatica: cinesi, giapponesi, vietnamiti, coreani, thailandesi, cambogiani. Tra questi la criminalità cinese ha assunto nel tempo le caratteristiche strutturali e le dimensioni più allarmanti con una miriade di bande di strada costituite in massima parte da immigrati della Cina meridionale che non sono riusciti a inserirsi nel tessuto economico e sociale americano e vivono praticamente taglieggiando i connazionali.
Una particolare attenzione merita la criminalità proveniente dai paesi della CSI con il particolare registrato negli anni dal FBI di un aumento dei crimini commessi da immigrati politici russi e di altri paesi euroasiatici: si tratta i prevalenza di estorsione, di sfruttamento della prostituzione, omicidi su commissione, frodi e falsificazioni, furti di metalli e pietre preziose, traffico di droghe. Senza contare il riciclaggio. Ci sono, insomma, anche negli USA, tutte le premesse per una evoluzione delle mafie di origine sovietica.




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