di Paolo Pagliaro
L’unica Italia che continua a crescere è quella fuori dall’Italia e da vent’anni ce la racconta il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Il primo dossier fu pubblicato nel 2006, quando gli iscritti all’Anagrafe degli Italiani all’estero erano tre milioni. Adesso sono quasi 6 milioni e mezzo. Nel 2006 l'ISTAT registrava 82 mila emigranti italiani, l’anno scorso ne sono partiti il doppio. E se in questi vent’anni, con le nascite diminuite del 40%, il numero dei residenti in Italia è rimasto stabile, circa 59 milioni, è solo perché sono raddoppiati i residenti stranieri.
E’ il cosiddetto eccezionalismo demografico, fenomeno di cui il Rapporto Migrantes ha saputo cogliere con grande anticipo i segnali. Capendo che non ci si trovava di fronte a una coda delle migrazioni novecentesche ma a un fenomeno nuovo per le sue dimensioni e diverso per la sua qualità.
In vent’anni se ne sono andate dall’Italia 1 milione e 650 mila persone e ne sono tornate meno della metà. Partono dall’Italia non solo cittadini italiani ma anche i cosiddetti nuovi italiani, mentre una parte dei migranti stranieri considera il nostro Paese una tappa provvisoria in attesa di approdare altrove. Oggi, presentando l’edizione 2025 del Rapporto, la sociologa Delfina Licata che lo cura ha messo in guardia contro la retorica della cosidetta fuga dei cervelli e ha spiegato che la vera sfida non è fermare la mobilità, ma chiederci come rendere l’Italia un luogo attrattivo in cui le persone possano scegliere di restare e progettare il proprio futuro.




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