Chi non si ritrova a pensare al futuro? 9 italiani su 10 tra la popolazione over 25 dichiarano di farlo molto o abbastanza spesso, ma non è un pensiero rassicurante. A livello personale, la paura più diffusa riguarda la possibilità di contrarre gravi malattie (66%) ma, allargando lo sguardo sul mondo, anche la salute del nostro pianeta è un motivo di forte inquietudine: nelle prime 5 posizioni, tra le cause di preoccupazione troviamo i cambiamenti climatici e l'inquinamento (ne hanno timore quasi 6 su 10, 57%, contro il 44% del 2022), nuove guerre (44%), la crescita della povertà (42%), possibili nuove pandemie (38%) ed eventi naturali catastrofici (22%). In questo scenario globale, si teme che tra 10 anni in Italia diminuiranno l'eguaglianza economica (63%), la partecipazione democratica e il benessere mentale (entrambi al 59%), ma si prevede anche più attenzione all'ambiente (50%). In generale il 51% prevede un peggioramento della società, mentre solo 2 su 10 dimostrano ottimismo. Sono alcuni dei dati emersi da una nuova ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale sotto la direzione dell'Istituto Walden Lab. In questo quadro, la metà degli italiani (48%) riconosce alle realtà del terzo settore l'impegno più grande, oggi, per migliorare le cose. 8 su 10 ritengono il non profit importante dal punto di vista sociale (81%), per il contributo che dà alla realizzazione di una società migliore, culturale (80%), per i valori che rappresenta e promuove, ed economico (77%), per il valore dei servizi che produce. Un rapporto di fiducia che si traduce in donazioni in favore di cause umanitarie, sociali, ambientali: quasi 7 su 10 (67%) dichiara di averlo fatto almeno una volta nella vita e il 35% racconta di aver donato a una Non Profit proprio quest'anno. Anche nel 2025 resta in cima alla lista delle cause prescelte la ricerca medico-scientifica (45%) ma si nota la crescita dell'aiuto alle povertà in Italia (dal 18% del 2024 al 23% del 2025) e negli altri paesi (dal 16% del 2024 al 22% del 2025) e l'aiuto alle persone con disabilità (dal 13% del 2024 al 18% del 2025). Importante il senso di protezione per l'ambiente e per le altre specie animali, che insieme raccolgono il 26% dei consensi, e le donazioni per le emergenze umanitarie (24%). Tra il 2020 e il 2024, complessivamente, è cresciuta di 16 punti - la percentuale delle organizzazioni non profit che hanno ricevuto almeno un lascito: dal 61% al 77%; contestualmente, cresce anche il peso percentuale dei lasciti sul totale delle raccolte fondi che quasi raddoppia passando dall'8% del 2020 al 14% del 2024. E guardando al futuro, la previsione risulta ancor più positiva: il 77% prevede un aumento (certo o probabile) dei lasciti, solo il 3% una diminuzione. Di fatto, la percentuale degli italiani over 50 che hanno già previsto un lascito nel proprio testamento è stabile da 7 anni. Parliamo di più di mezzo milione di individui. Parallelamente, gli Italiani over 50 che si dichiarano propensi a prendere in considerazione un lascito solidale sono quest'anno il 19%, poco meno di 5 milioni, con un calo di 3 punti percentuali rispetto al 2024. Questa battuta d'arresto appare strettamente collegata alla percezione di instabilità generale e alle crescenti preoccupazioni per il futuro economico delle proprie famiglie. (22 nov – red)
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