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COP30, WWF: CRISI CLIMA
RESTA SENZA RISPOSTE

COP30, WWF: CRISI CLIMA <BR> RESTA SENZA RISPOSTE

A Belém, i paesi non hanno trovato un accordo sulle roadmap per abbandonare i combustibili fossili e porre fine alla deforestazione nel testo ufficiale, ma la Presidenza le ha annunciate come iniziative che un gruppo di paesi comincerà a perseguire. “I paesi riuniti alla COP30 hanno approvato una serie di azioni modeste, tra cui la decisione di attuare un meccanismo di transizione equo – commenta il WWF Italia -. Inoltre, al di fuori dei testi negoziati formalmente approvati, il Brasile in quanto presidenza della COP guiderà una sede di dibattito internazionale sulle tabelle di marcia per l'abbandono dei combustibili fossili e la fine della deforestazione in base alle indicazioni della comunità scientifica. Eppure, visto che questo è stato il primo vertice sul clima dopo che il mondo ha registrato un intero anno con temperature superiori a 1,5 °C - un duro promemoria dell'urgenza che dobbiamo affrontare - questi progressi sono insufficienti per promuovere l'azione urgente e trasformativa necessaria per evitare impatti climatici devastanti e proteggere le persone e la natura. Nonostante gli sforzi della presidenza brasiliana e il sostegno di almeno 86 paesi, i negoziatori non sono riusciti a concordare alcun riferimento diretto alla transizione dai combustibili fossili nei testi formali. Allo stesso modo, mentre più di 90 paesi hanno sostenuto un piano di attuazione per arrestare e invertire la deforestazione entro il 2030, a Belém è mancata una più ampia volontà politica per garantire questo obiettivo, nonostante la foresta amazzonica facesse da sfondo al vertice. In risposta, la presidenza della COP ha annunciato che il Brasile guiderà le discussioni internazionali sulle tabelle di marcia come iniziative presidenziali - la presidenza brasiliana durerà sino alla prossima COP - iniziative che saranno presentate alla COP31 il prossimo anno. Un risultato importante della COP è la decisione di istituire un meccanismo di transizione equo per promuovere la cooperazione internazionale. Il preambolo della COP menziona anche le popolazioni indigene, le comunità locali e gli afro-discendenti, nonché gli oceani, le foreste e la scienza”. Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF Italia, ha dichiarato: "Al termine della COP30, la realtà è chiara: titoli altisonanti e grandi promesse non si sono tradotti in azioni significative. La cosiddetta ‘COP della verità’ non ha fornito né una tabella di marcia né soluzioni concrete per le sfide urgenti che dobbiamo affrontare. Il documento finale è debole e privo di sostanza a causa dei giochi delle forze contrarie all'ambizione climatica e alla sua attuazione. La crisi climatica è provocata principalmente da due fattori, i combustibili fossili, responsabili di oltre il 75% delle emissioni climalteranti, e la deforestazione: sono proprio i due elementi che mancano dal documento finale. Segno che la lentezza non è provocata dai trattati e dalle sedi multilaterali, ma la mancanza di volontà politica da parte dei paesi e la subalternità di molti alle manovre delle lobby fossili. Eppure, l'energia e l'impegno dimostrati da così tante persone nella società civile, nella scienza e nelle comunità in prima linea ci ricordano che un vero cambiamento è ancora possibile. Non possiamo permetterci altri gesti vuoti. Il mondo ha bisogno di azioni concrete e attuabili, ora più che mai. Qualunque cosa di meno mina le persone, la natura e le generazioni future". Bernardo Tarantino, specialista Affari Europei e Internazionali, presente a Belém, ha dichiarato: “Il multilateralismo è vivo - ed è una buona notizia. Ma fatica a compiere passi avanti sulle azioni cruciali per ridurre le emissioni e arrestare il degrado delle foreste. Mentre i Paesi dell’America Latina - Colombia e Brasile in particolare - e i piccoli Stati insulari, minacciati nella loro stessa sopravvivenza dal cambiamento climatico, spingono per misure concrete con scadenze certe, altri gruppi di Paesi legati all’economia fossile si oppongono a qualsiasi avanzamento. L’Unione europea ha infine sostenuto con forza una roadmap per il ‘transitioning away’ dai combustibili fossili, ma la sua posizione è stata inizialmente rallentata da alcune ambiguità, tra cui quelle dell’Italia. Spiace constatare che il nostro Paese non sia in prima fila nel portare avanti l’agenda globale per la riduzione delle emissioni e l’uscita dall’economia fossile. Ma il consenso per una vera transizione globale è forte e riemergerà nelle prossime COP”. (23 nov – red)

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